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Ater Frosinone: Enzo Di Stefano chiede un incontro agli amministratori

“Una lettera ai comuni per completare i lavori di recupero”

“Nei giorni scorsi, l’Ater di Frosinone ha inviato una lettera ad alcuni comuni della provincia, con l’obiettivo di dare una svolta decisiva alle tanti azioni di recupero che in questo momento sono ferme”. L’annuncio è di Enzo Di Stefano, presidente dell’Ater di Frosinone, che illustra i dettagli della nuova iniziativa dell’azienda.

“Nello specifico, gli enti interessati dalla nostra comunicazione sono Amaseno, Arpino, Atina, Pofi, Pontecorvo, Vallemaio, Castelliri, Colle San Magno e Pastena. La lotta contro l’emergenza abitativa, specialmente in mesi come questi, non può conoscere pause e l’Ater, ancora una volta, ha intenzione di proporsi come punto di riferimento in quella che è divenuta una vera e propria sfida di civiltà.

“Attualmente – spiega Di Stefano – alcune azioni di recupero avviate da questi comuni in seguito ad appositi finanziamenti della Regione Lazio sono ferme a causa della mancanza di ulteriori fondi. Tale scenario, evidentemente, provoca disagi crescenti a chi attende da anni, ormai, il legittimo soddisfacimento del proprio diritto ad abitare in una casa dignitosa. In questo solco si colloca la proposta dell’Ater: prendere in gestione gli alloggi in corso di recupero e completare gli interventi che oggi sono fermi al primo lotto.

“In caso di positivo accoglimento della richiesta – prosegue – l’Ater diventerà il principale interlocutore della Regione Lazio, informando sulle procedure attivate ed eventualmente formulando nuove linee attuative per il completamento dei lavori finanziati. L’auspicio dell’azienda è che da parte delle amministrazioni contattate si possa dimostrare apertura alla collaborazione, attraverso la predisposizione di un incontro organizzativo per stabilire i tempi e le modalità del progetto.

Se – conclude Di Stefano – come pensiamo, l’iniziativa andrà in porto, l’Ater sarà riuscita a dare un fortissimo impulso allo sviluppo socio-economico del territorio, consentendo il completamento di opere che sembravano irrimediabilmente bloccate”.