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C’E’ NATURA E NATURA: LE MONTAGNE DI SORA E LA WILDERNESS

Una copertina su cui meditare: un’immagine che sembra uscita dalla Galleria Perino o dalla Raccolta dei Fratelli Alinari, una serie di autori che hanno collaborato al volume dai nomi al top, un titolo scarno e difficile.

Questo è il biglietto da visita di un’opera a più mani, quasi una sinfonia in cui tutti si riconoscono nelle diversità, ma riportata ad unità senza dissonanze da un Bruno La Pietra in formato classico.

L’anfiteatro del Preappennino trova voci adeguate alla difesa del vero monumento naturale dell’Alta Terra Di Lavoro

Il titolo ci pone nella necessità di spiegare il solito termine brumoso delle colline gaeliche e uniformarci allo spirito italico, per cui  WILDERNESS  designa, alla Totò, un territorio così selvaggio che sembrano due.

Basta scherzare, WILDERNESS è stato definito la conservazione del mondo, in effetti definisce un’area selvaggia,senza adduzioni,senza danni morfologici,niente infrastrutture o strade. GAIA E NULL’ALTRO

La filosofia del  WILDERNES può essere sintetizzata in 6 punti

  • Natura quale valore spirituale
  • Rispetto  e non abuso dell’ambiente
  • Difendere aree a vocazione selvaggia,usi e costumi
  • Leggi speciali di difesa
  • Controllo morale sull’amministrazione
  • Diritto alle bellezze naturali

Se escludiamo la volutamente erudita,propria di una “lectio magistralis”, ma ostica,apertura di B. la PIETRA,il volume si fa leggere con interesse e rivela aspetti innovativi del territorio  ,sconosciuti ai più.

FERRI un vero maestro per la storia;Taglione scrive e descrive come sa fare un vero esploratore;Zunino , Muraglia e Capoccia fanno una sorta di spettacolo in TODD AO     con le parole.

Beranger sempre grande nelle scelte per argomento, una presenza che è legata alla sua identificazione con natura    ,storie e tradizioni, Fabrizi e Farinelli, se non ci fosse un fucile,sarebbero due grandi del trackin.

Ultimo , ma non l’ultimo , Germano Tomei, lucido e selettivo nel descrivere il patrimonio naturalistico , particolarmente e dottamente motivato nello spiegare e individuare toponimi, che impegnano a fondo il ricercatore non superficiale.

Un volume che affronta molti argomenti,senza creare gerarchie,ben articolato negli aspetti motivazionali,senza cadere nello scontato o nel pedante,allo stesso tempo utile all’esperto per consultazione e al neofita come opera di approccio.

Un plauso all’Assessorato per l’iniziativa di alto profilo culturale e una richiesta: A quando la creazione di un Centro Studi dell’Alta Terra di Lavoro mirato a territorio,storia, cultura e tradizioni.

Una faticaccia, ma ne valeva la pena.

Rodolfo Damiani

Foto di : Andrea Ricciardi