IL CAMEO, ARTE E TRADIZIONE

IL CAMEO, ARTE E TRADIZIONE – DA ROMA A SORA LA FESTA DELLA MADONNA DELLA NEVE: PERCHE’ AD AGOSTO?

di Stefano Di Palma

Perché il 5 agosto di ogni anno e dunque in piena estate si festeggia la Madonna della Neve? Si tratta di un culto che prende avvio a Roma e che si estende con la dedicazione di numerose cappelle e chiese ovunque; nel considerarlo, occorre riportare la leggenda a cui si lega.

Tale devozione si riconduce in antichità alla edificazione di una chiesa dedicata alla Madonna a Roma nei pressi di Santa Maria Maggiore che, nella successiva costruzione di papa Sisto III, verrà assorbita proprio in questo vetusto tempio cristiano. Nel secolo XIII, Bartolomeo da Trento ci trasmette la pia leggenda sulla fondazione. Si narra di un ricco e pio senatore romano di nome Giovanni e di sua moglie i quali, non potendo avere figli, intendevano destinare alla Chiesa i loro beni e le loro proprietà; nella notte delle nonae  di agosto (tra il 4 e il 5 del mese) dell’anno 358, la Vergine Maria apparve in sogno tanto a Giovanni che a papa Liberio, chiedendo la dedicazione di una basilica nel luogo di Roma in cui, quella notte, sarebbe caduta la neve. Il mattino seguente il ricco senatore e il pontefice si recarono sul Cispio, dove proprio quella notte era prodigiosamente caduta la neve; qui Liberio, al cospetto di una grande moltitudine di fedeli, tracciò la pianta della futura chiesa sulla neve fresca seguendo la consuetudine degli architetti antichi che, prima di iniziare la costruzione di un edificio, ne disegnavano il progetto sulla sabbia in scala reale.

Ancora oggi il 5 agosto viene celebrata la festa liturgica della Madonna delle Neve nel sacro edificio romano con speciale riferimento all’antica icona della Salus Populi Romani custodita nella cappella Borghese di Santa Maria Maggiore: in questa data, sull’altare maggiore, mentre si celebra la messa, si fanno scendere petali bianchi di gelsomini e di rose.

Anche a Sora esiste una cappella dedicata alla Madonna delle Neve che sorge all’inizio del viale che conduce al convento dei Padri Passionisti. Non sono molte le notizie storiche a noi giunte. Anticamente, l’edificio era denominato “delle due Cone” e fu eretto come chiesa dal vescovo Girolamo Giovannelli il 17 agosto 1609. Nel secolo XVIII, la chiesa fu restaurata ma, nel corso del secolo successivo, conobbe un nuovo periodo di decadenza. Nel 1875, si provvide a dotarla di una volta a mattoni e fu costruita l’attigua sacrestia, mentre al periodo 1961-1963 si riconduce il restauro che connota ancora oggi l’intero impianto. In questa cappella, era usanza per i vescovi sorani, quando prendevano possesso della Diocesi,  di indossare gli abiti pontificali e cavalcare una mula bianca per entrare processionalmente nella città: la tradizione è durata fino al 19 maggio del 1901 con l’ingresso in Diocesi di Antonio Maria Iannotta (cfr. L. Meglio, R. Rea, Il culto della Madonna e dei Santi nella città di Sora, 2012).

Non lontano dalla chiesetta, nel prato dei monaci cappuccini, venivano impiccati e giustiziati i malfattori e la Madonna della Neve era la particolare patrona dei condannati a morte (cfr. L. Loffredo, Sora, 1986). Come principale illustrazione liturgica, la cappella conserva una tela del secolo XVII raffigurante la Madonna con il Bambino. Una copia di questa pregevole opera viene portata in processione la sera del 4 agosto di ogni anno, mentre il giorno seguente si svolge la festa religiosa.