IL CAMEO, ARTE E TRADIZIONE Notizie

IL CAMEO, ARTE E TRADIZIONE: S.DOMENICO ABATE IN UNA TELA DEL 1774 DEL PITTORE SPERDUTI

di Stefano Di Palma

Il dipinto raffigurante “L’apparizione della Madonna con il Bambino ed i santi Silvestro e Domenico” si trova incassato in una cornice in stucco sull’altare maggiore della Chiesa di San Silvestro Papa. L’evento ultraterreno è localizzato in un ambiente  accennato da pochi elementi; nell’estrema destra è situato san Domenico mentre una grande nuvola, su cui sono la Madonna e san Silvestro, invade scenicamente lo spazio disponibile.

L’Abate, rappresentato vestito da cistercense ed in età matura (accentuata nella resa visiva della evidente calvizia), rivolge un penetrante sguardo verso l’osservatore del quadro; l’incalzare della visione alla quale il fedele è invitato a partecipare dall’uomo di Dio è sottolineato dalla posa in cui egli è ritratto, tutta giocata su una caratteristica mossa che lo fa stare dinamicamente in piedi.

Domenico stende le braccia ed apre le mani verso Silvestro, il quale è seduto su un cumulo di nuvole ed indossa abiti liturgici e il triregno; il pontefice a sua volta indica il sacro gruppo situato in alto a destra. Ai protagonisti della scena si affianca un turbinio di angeli che colma gli spazi altrimenti vuoti: essi contribuiscono a determinare il sentito ritmo ascensionale dell’opera poiché occupano corposamente lo spazio inferiore per poi svanire vorticosamente in alto. Gli esseri celesti sono riprodotti dal pittore sia come putti che animano la scena sia come teste di cherubini semplicemente presenti.

Nonostante alcune incertezze prospettiche, l’amabilità che sprigiona questa immagine del 1774 è dovuta alla presenza della luce che dall’alto anima l’intero dipinto e trasfonde la materia che investe come si vede ad esempio nei brani dei caldi cumuli di nuvole, del lunare incarnato del Bambino e della Madonna, della resa visiva e quasi tattile del tessuto del piviale di san Silvestro.

La presenza dei due santi nell’immagine principale di questa chiesa è ampiamente giustificata dalla tradizione che fa risalire all’anno 1029 la fondazione della medesima, con annesso cenobio benedettino, come opera di san Domenico intitolata a san Silvestro Papa. La costruzione è situata sul colle di “Cancello” al quale allude il Baronio negli “Annales Ecclesiastici”, in una zona vicina alla città che al tempo della fondazione era isolata e che ha conosciuto una prima espansione di rilievo in seguito alla distruzione di Sora operata da Federico II nel 1229; è stato ipotizzato che proprio in questo monastero si rifugiarono i sorani scampati alla strage dando così origine al primo nucleo del borgo extraurbano di “Cittadella”.

Nei secoli XI-XII la comunità monastica di San Silvestro è vissuta come dipendenza diretta del Monastero di San Domenico in Sora con presenza dunque benedettina mentre a partire dal 1222 si attesta la presenza cistercense nel sito. Nel 1789 si effettua il completo distacco  di San Silvestro con Casamari sancito dalla cessione del sacro luogo in favore dell’ordinario diocesano.

L’odierna chiesa che custodisce il pregevole quadro del pittore Sperduti è stata progettata a partire dal 1764 dall’architetto Cristoforo De Donatis, già operante a Sora nel 1750 presso la Chiesa di San Rocco, su commissione dell’abate di Casamari.

Alla committenza dell’abate Isidoro Balandani si collega anche il quadro principale. Al pittore Paolo Sperduti sono state associate altre opere presenti nel territorio come l’affresco nella cupola della Chiesa di San Bartolomeo in Sora rappresentante la “Cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso” dove, insieme alle altre sue opere presenti in vari luoghi tra Lazio, Campania e Molise, l’autore si dimostra narratore vivace anche se artisticamente dotato in maniera circoscritta.