IL CAMEO, ARTE E TRADIZIONE

IL CULTO DI SANTA LUCIA A SORA

di Stefano Di Palma

Come ogni anno, il mese di dicembre oltre che culminare nelle feste natalizie, reca con sé una ricca serie di appuntamenti celebrativi a sfondo religioso e tradizionale. Tra di essi, spicca quello del 13 dicembre, giorno dedicato a santa Lucia.

L’esistenza di Lucia è storicamente accertata anche se i suoi Atti sono fortemente leggendari. Sappiamo che la santa, nata a Siracusa intorno al 286 e morta nel 304 circa, sin da bambina fece segretamente voto di castità perpetua; quando divenne una bella giovinetta, sua madre Eutichia voleva darla in sposa a un pagano giovane e ricco. Grazie ad un intervento divino, Lucia riuscì a posporre le nozze, ma il promesso sposo, offeso e ferito nell’orgoglio, accusò la vergine davanti al governatore dell’imperatore Diocleziano.

La ragazza fu allora arrestata, gettata in carcere e sottoposta ad atroci torture. Vista la ferma volontà di Lucia, il governatore predispose crudelmente che fosse condotta in una casa di piacere e costretta a offrire i suoi servigi. Il tragitto sarebbe avvenuto su un carro di buoi per permettere alla popolazione di schernirla a suo piacimento. Ecco allora il miracolo: secondo la tradizione, né le bestie né i soldati riuscirono a spostare il carro di un centimetro. Allora il governatore, fuori di sé, dette l’ordine di versare addosso alla giovinetta una notevole quantità di olio bollente, ma Lucia rimase illesa e fu infine decapitata.

Il culto della santa conosce grande diffusione sin dall’antichità: sul luogo della sua sepoltura fu eretta una chiesa in epoca bizantina mentre a Roma la festa fu introdotta nel secolo VI; con riferimento al suo nome, “piena luce”, Lucia è venerata anche come patrona dei ciechi. (SCHAUBER-SCHINDER, 1997).

Anche a Sora la devozione alla martire conosce impulso e diffusione nella Chiesa di San Francesco e si espleta con particolare fervore in una cappella privata a lei dedicata  ed ubicata a poca distanza dalla cattedrale. Il vano sacro, che si contraddistingue nella zona per la sua pianta esagonale, è stato edificato dalla Famiglia Bastardi e restaurato nel 1973.

L’odierna struttura si trova a cinquecento metri in linea d’aria, sul Colle che un tempo si chiamava “Costa di S. Lucia”, vicino alla Rava Rossa, dove sorgeva la chiesa rurale (ora perduta) che in antichità era dedicata alla martire di Siracusa come ci attesta una Bolla del 1110 di papa Pasquale II che segna i confini di Sora (G. SQUILLA, 1971; L. LOFFREDO, 1986) .

La cappella si erge all’interno di un piccolo giardino recintato dove, presso il cancello d’ingresso, è menzionata la Famiglia proprietaria; all’interno, è custodita un’immagine della santa che sovrasta l’altare mentre la monocroma statua di culto, donata dalla Famiglia Crispi, si trova all’esterno ed affianca il prospetto. Santa Lucia è qui raffigurata secondo la conosciuta iconografia che la prevede come una giovinetta graziosa dai lunghi capelli che sorregge la palma del martirio ed un vassoio su cui sono appoggiati gli occhi.

Il culto della martire conosce vasta eco in ambito popolare. Chi non ricorda  il tradizionale canto “Santa Lucia”? In molti paesi ci sono usanze legate alla ricorrenza del 13 dicembre tra le quali si menzionano le processioni a lume di candela e feste popolari. In Svezia, esiste “la sposa Lucia” che avanza avvolta in una lunga veste bianca con una ghirlanda sul capo e una candela accesa: questa tradizione è attestata dal 1780 e simboleggia la fine dei giorni di oscurità.

E’ antica tradizione che, il 13 dicembre, i sorani usino consumare polenta e salsicce e rallegrare di più la festa nello spazio antistante la suddetta cappella gustando le cosiddette “crespelle” e le ciambelle.

In generale, il successo della devozione è sicuramente collegato anche ai vari patronati a cui santa Lucia è associata. Si ricorda che è  patrona dei ciechi; dei bambini malati; delle prostitute pentite; dei contadini; dei vetrai; dei sellai; dei sarti; delle cucitrici; dei tessitori; degli arrotini; dei vetturini; degli scrivani; dei notai; dei tappezzieri; dei portieri e dei bidelli.

In Inghilterra, santa Lucia protegge gli scrittori, gli avvocati, le domestiche ed i venditori ambulanti. Corporalmente, Lucia guarisce le malattie degli occhi, il mal di gola, le infezioni, l’emorragia e la dissenteria.