Te lo dico in rima

IL CUORE CHE RIDE

La tua vita è la tua vita.
non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
stai in guardia.
ci sono delle uscite.
da qualche parte c’è luce.
forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
stai in guardia.
gli dei ti offriranno delle occasioni.
riconoscile, afferrale.
non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
e più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
la tua vita è la tua vita.
sappilo finché ce l’hai.
tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.

Charles Bukowski

 

Oggigiorno quasi in ogni città non si può non trovare una cantina che porti il nome del grande scrittore statunitense, di origini germaniche, Charles Bukowski, la cui fama viene inevitabilmente legata alla sua passione per l’ alcol, tema ricorrente in molti suoi componimenti.

Charles Bukowski è stato lo scrittore dei grandi racconti delle “Storie di ordinaria follia”, del romanzo “Post office” in cui narra la solitudine e l’ inadeguatezza del suo alter ego letterario Henry Chinaski, dando voce alla sua personale storia; è stato il poeta celebratore del vino, delle sbornie, del sesso promiscuo e delle relazioni occasionali, temi scomodi e sconvenienti, ma proprio perché tali in grado di affascinare come pochi altri.
Viene spesso associato alla corrente letteraria del “Realismo sporco”, sviluppatasi attorno agli anni sessanta negli Stati Uniti.
La poesia “Il cuore che ride” è tratta dal volume “Betting on the Muse Poems and Stories”, appartenente alla sua ultima fase letteraria. Ad una prima lettura potrebbe sembrare una lirica inusuale nella vasta e unitaria opera di Bukowski, ma in realtà ne è solo un altro aspetto, un’ altra faccia della stessa medaglia; la lotta alle tenebre.
A scrivere è un Bukowski malato, quasi al termine dei suoi giorni: la lirica infatti potrebbe essere letta come una sorta di testamento spirituale, nel quale Bukowski cerca di dare un antidoto a quella solitudine, all’ inettitudine, all’incomprensione da sempre presenti nelle sue “sporche” opere: “far voto al sole” per sconfiggere “la morte in vita”.
Rivolgendosi ad un interlocutore fittizio, con il suo solito registro semplice e determinato e con la saggezza di chi ha esaurito i propri giorni dà a tutti noi consigli su quella vita, dono cosi personale, cosi unico ma anche cosi temibile, a causa di quelle “batoste” che spesso ci rilegano nella “cantina dell’ arrendevolezza”, metafora di quel porto sicuro in cui a tutti è capitato, o capita, di rifugiarci. Col tono modesto di chi non vuol regalare grandi illusioni, ma che comunque vuol far aprire gli occhi anche a chi non vede neppure la luce più fioca Bukowski ci mette in guardia sulle uscite possibili e presenti da quel nefasto porto sicuro e ci dice che “da qualche parte c’ è luce, forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre “.
Tutta la poesia ruota attorno all’ ossimoro luce- tenebra, morte- vita caro alla letteratura di tutti i tempi (basti ricordare come esempio tra i tanti il grande romanzo “Cuore di tenebra” di Conrad) e trova la sua risoluzione nello sconfiggere la morte in vita, attraverso la consapevolezza di sé stessi. “Tu sei meraviglioso”, la rivelazione che dona pace e forza all’umanità tutta, senza eccezioni, affiancata alla presenza di quegli dei, entità astratte che per una volta non vogliono incutere timore ma dimostrarsi genitori benevoli e pronti a compiacersi delle proprie creature, fanno di questa poesia una grande opera di liberazione e di tutela delle possibilità racchiuse in ogni essere umano.