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INCENDI – L’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL WILDERNESS RISPONDE A FARE VERDE

Riceviamo e Pubblichiamo 

MONTI ERNICI: ORA CI PROVA “FARE VERDE”

Un Parco per la politica!

Prima è stata la sinistra ambientalista a darsi da fare per imporre vincoli, ora ci sta provando la destra. Non a caso, ideologie che hanno la stessa radice sociale!

L’Associazione “Fare Verde”, che si mormora essere vicina alla destra come Legambiente alla sinistra, ha sposato la stessa causa per un Parco Regionale sui Monti Ernici. La motivazione è stata i tanti incendi che hanno colpito queste montagne, ritendo i Parchi capaci di impedirli: se dovessimo ritenerla valida, dopo gli eventi di quest’estate faremmo dell’Italia intera un Parco!

E poi, come se i Parchi allontanassero i rischi di incendi, quando abbiamo ancora sotto gli occhi l’esempio eclatante del Parco Nazionale della Majella la cui Montagna del Morrone ha bruciato per giorni interi (e forse brucia tutt’ora)!

La verità è che, destra o sinistra, si vuole un Parco per potersi spartire le varie poltrone ed i finanziamenti che in questo nostro Paese i Parchi comportano.

Chi vuole veramente la difesa del primario valore dei Monti Ernici, che è la sua selvaggia estensione di territorio rimasto privo di strade ed altre opere urbane, è solo l’Associazione Italiana per la Wilderness, la quale ha già ottenuto, democraticamente e  con un totale rispetto dei diritti della gente locale e delle autonomie comunali, la designazione di ben 6 settori di Area Wilderness per un totale di 8.000 ettari; un vincolo che, seppure in maniera indiretta, dal 2010 anche una legge dello Stato prevede e legittima.

Ma questo non basta ai fautori del Parco. Loro vogliono un Parco che comporti non tanto una tutela del patrimonio naturalistico, quanto la possibilità di gestirlo, manipolarlo, farne fruttare danari pubblici da gestire (loro!) e poterlo chiudere alla caccia, l’unica attività che non reca alcun danno alla montagna e che è legittimata dalle tasse che i cacciatori pagano annualmente per poterne fruire: cosa che non fanno né i naturalisti né i turisti romani.

Che poi gli incendi, se non tutti almeno in gran parte, siano un danno è tutto da dimostrare, visto che a fuoco sono soprattutto andate inutili ed inquinanti pinete di rimboschimento che mai avrebbero dovuto essere impiantate; per cui gli incendi stanno semplicemente facendo un’opera di ripristino ambientale e di supporto a quella biodiversità che si vorrebbe tutelare con un Parco!

Se vogliono un carrozzone, lo dicano apertamente e non si nascondano dietro a scuse e motivazioni pelose per coprire i loro interessi politici!

Prima di un Parco i Monti Ernici hanno bisogno che siano rispettati i diritti delle popolazioni locali, che, questi sì, sono una necessità; diritti che non si rispettano con promesse politiche, ma garantendo ed assicurando loro il diritto di poter coltivare a piacimento (cosa che già la ZPS impedisce loro!), pascolare, tagliare i boschi e cacciare.

Che i Parchi siano una fonte di ricchezza è una bufala ormai stantia: e quando lo sono, lo sono solo per i politici messi nei posti di potere (l’esempio che qualcuno ignora è lo scandalo che qualche anno fa ha fatto parlare i giornali del vicino Parco dei Monti Simbruini: o Fare Verde, come già fece Legambiente, lo ha dimenticato?).

La logica dei Parchi che Fare Verde vuole accantonare, è la logica storica dei Parchi che ora nel Paese che li ha inventati un certo Trump sta cercando di fare lo stesso! L’unica misura di utilizzo sostenibile di cui parla Fare Verde è quella di lasciare stare le cose come stanno, e di salvaguardare il vero valore dei Monti Ernici con la scelta autonoma e democratica delle Aree Wilderness, che non per nulla sono piaciute ai Comuni che le hanno adottate e che praticamente nessun cittadino locale (ovvero, quelli che vantano i diritti maggiori!) le ha contestate.