Lo sapevate che...

LO SAPEVATE CHE…PERCHE’ A SAN MARTINO SI FESTEGGIANO I ‘CORNUTI’?

L’11 Novembre, la chiesa cattolica festeggia la ricorrenza di San Martino, protettore dei soldati, dei mendicanti, ma anche degli uomini traditi o meglio…dei ‘cornuti’. Sapete il motivo per cui San Martino è il protettore di questa particolare categoria di uomini? In realtà, le ipotesi in merito sono diverse, ma quello che è certo è che non sono riconducibili alla vita privata del santo.
Alcuni pensano che questa ricorrenza sia da far risalire alle tante fiere di bestiame dotato di corna, che anticamente si svolgevano proprio in questo periodo. I mercanti che vi partecipavano lasciavano le mogli a casa da sole per lunghi periodi e queste si consolavano con altri uomini.
Secondo un’altra ipotesi, le origini della ricorrenza sono da attribuire ai 12 giorni di sfrenate feste pagane che si svolgevano sempre in questo periodo dell’anno, durante le quali, a causa forse dell’abbondanza del vino novello, gli adulteri erano considerati quasi la normalità.
Un’altra leggenda, presente nella mitologia latino – romana più arcaica, narra degli amori adulterini di Marte (di cui Martino è il diminutivo) Dio della guerra, e Venere, Dea dell’amore, che sorpresi da Vulcano, Dio del fuoco e marito della Dea della bellezza, furono da lui stesso rinchiusi in una rete di ferro per mostrarli agli Dei e averli quindi testimoni del torto subito. Ma gli Dei dell’Olimpo lo sbeffeggiarono e lo derisero, così la delusione di Vulcano fu ancora più atroce; forse proprio in quella vicenda va collocata l’origine di “un detto” che dura da secoli: “cornuto e mazziato”.
C’è che ritiene che l’associazione di questo santo alla festa dei cornuti derivi dal fatto che Martino era così geloso di sua sorella, a cui piacevano non poco i giovanotti, che pur di controllarla meglio, la portava sempre sulle spalle e la faceva scendere soltanto per i bisogni fisiologici. Un giorno la sorella, d’accordo con un giovane di cui era innamorata, chiese a Martino di scendere e si recò dietro un albero dove l’aspettava l’amato e consumarono l’incontro.  Solo dopo qualche tempo Martino si accorse che la sorella era incinta ed ecco spiegato il perché sentiva un peso sempre più gravoso sulle spalle. Per questo motivo il santo simboleggia chi è costretto a sopportare i tradimenti. Tale teoria è accredita soprattutto in molti paesi dell’Abruzzo dove è ancora comune il detto: “Chiù sore ti, chiù corna purt” (più sorelle hai, più corna porti).
L’ipotesi che resta la più affascinante è quella che vede le origini di questa festa già nell’antica Roma. Nella “Roma sparita” di Luigi Zanazzo, infatti, si racconta di una vera e propria crudeltà che si svolgeva la notte prima dell’11 novembre, quando davanti alle case di chi era giudicato “cornuto contento”, ovvero che sapeva di esserlo, ma lo accettava passivamente, venivano depositati fiori, nastri, corna, infiorate di mortadella e persino dei sonetti, poesie in rima che si burlavano dei poveri malcapitati. Questi simboli, in genere, venivano donati con crudeltà da un amico, che proprio tanto amico non era, e che non svelava la propria identità alla persona di cui si prendeva gioco. Il povero cornuto di turno diventava quindi lo zimbello di tutta Roma, ma nel caso in cui scopriva chi gli aveva tirato il brutto scherzo capitava che, nella peggiore e più diffusa delle ipotesi, la burla diventasse letale, soprattutto per chi l’aveva ordita.