COMUNE SCUOLA

Arce – Refezione scolastica, costo e servizio nel mirino

Polemiche ad Arce sulla mensa scolastica (nido e infanzia). A sollevare dubbi e perplessità – come spesso capita – è la consigliera comunale Luana Sofia (nella foto). L’esponente della minoranza ha infatti pubblicato un post nel quale pone l’accento su due questioni: i costi e il servizio. Che poi sono ovviamente legati l’uno all’altro

Con determina n. 488 del 30/12/2022 il servizio di preparazione e somministrazione pasti nella mensa scolastica ed asilo nido – premette – è affidato a nuova ditta. Nuova ditta la cui “offerta è risultata più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo e valutata sulla base di criteri oggettivi,quali gli aspetti qualitativi,ambientali e sociali.” Andiamo al punto. La ditta in questione si è vista aggiudicare la gara in data 30/12/2022.
Il nuovo menù è arrivato in via ufficiosa (non ufficiale) il 17/01/2023 già in “uscita”, senza quindi aver dato la possibilità di valutare l’offerta e decidere, in base alle esigenze del bambino, se farlo restare a pranzo o meno. Menù – osserva la consigliera  – che, oltretutto, rivoluziona completamente la routine alimentare dei bimbi, con piatti inconsueti e al di fuori della portata di chi, fino al giorno prima, era abituato a tutt’altro.

Luana Sofia prosegue: Ma non è finita. La ditta in questione non si preoccupa neanche di affiggere in bacheca i menù periodici, di modo che siano accessibili a tutti, lasciando così le mamme in un andirivieni di messaggi per capire “cosa bolle in pentola”. Il tutto alla modica cifra di 4,00 euro a pasto effettivo consumato. Non avendo letto il contratto non so quale siano le condizioni firmate e approvate. Ma se con la vecchia ditta un pasto di mia figlia mi costava 3,50 euro, ora con la nuova, che ha abbassato PALESEMENTE i costi, perché devo pagare la stessa quota? Intanto oggi mia figlia ha mangiato poco e niente, cosa mai successa fino ad ora. E non dipende dalla scuola, sempre a disposizione dei genitori e attenta ai bisogni dei più piccoli. Non dipende nemmeno dalle cuoche, che PER FORTUNA, sono rimaste le stesse. Il problema – conclude – è a monte, perché su tutto possiamo risparmiare, ma non sulla salute dei nostri figli.

Insomma, stando alla rappresentante dell’opposizione il costo a pasto per le famiglie è sempre lo stesso (3.50 euro), mentre è diminuito solo per il Comune (da 5 a 4 euro). Di conseguenza appare difficile credere che il servizio sia migliore. Chiarimenti appaiono opportuni.

(foto di Roberto Bove)