ARCHEOLOGIA

ARPINO – L’ACROPOLI, I DETTAGLI E IL TURISMO

Da una parte storia e natura che affascinano sempre. Dall’altra la solita trascuratezza.

Il formidabile spettacolo offerto dall’Acropoli di Civitavecchia viene in parte compromesso da una serie di dettagli che andrebbero diversamente considerati.

A cominciare dalla cartellonistica. Come si arriva sul percorso in acciottolato, poco oltre la chiesa di Sant’Anna, si scorge subito una screpolata indicazione che suggerisce di procedere al passo. A ridosso dell’accesso un cartello sorretto da due paline non dice più nulla da anni. Pare che una volta descrivesse le bellezze del sito archeologico. Oggi è carta bianca, il commento in basso l’abbiamo aggiunto noi.

Poco dopo ce ne è un altro. Questo è in condizioni migliori ma illustra solo la storia della Torre Medievale restaurata una dozzina di anni fa. All’interno, di fianco la chiesa della famiglia Pesce, c’è un’altra indicazione. Anche questa illeggibile.

Non stanno meglio gli arredi: a pochi metri un cestino dell’immondizia senza cestino. Poco più in là ce ne sono tre in un metro (?). A valle, verso le strutture di servizio, cumuli di fogliame e arbusti, qualche ramo. Al caratteristico lampioncino manca qualcosa. Quadri elettrici aperti. Bandiere del Libro di Pietra ad altezza variabile ma anche una soddisfacente pulizia.

Non è tutto: su alcuni tratti in selciato si notano parti mancanti, sui muretti saltano i mattoncini. Reticolati sulle Mura. Niente di irreparabile. Magari è il caso di spendere qualche centesimo e dare un senso concreto all’abusato sostantivo turismo. Non ci sono le risorse? Mah, si potrebbero utilizzare le offerte per visitare la Torre! A chi vanno quei soldi?

Per il resto è tutto bello, magnifico, meraviglioso. Fortunatamente viene dal passato. E resiste!

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