CRONACA

ARPINO – PARCO COMUNALE: SVASTICHE, MAZZE CHIODATE E DANNEGGIAMENTI

Svastiche, mazze chiodate, danni ovunque.

Il parco di Palazzo Sangermano resta l’obiettivo preferito dei vandali. La struttura pubblica, una volta tempio dei bambini e delle loro famiglie, è in stato di abbandono totale da diversi anni, tra lunghe chiusure, aperture di comodo, nuove chiusure per fantomatici lavori, nuove aperture incredibilmente legate al Covid. Anni di trascuratezza, di degrado, di pericoli e insidie per quei pochi che l’area comunale ancora frequentano. Il cancello è aperto 24 ore al giorno, nessuno controlla o verifica. Ogni tanto si scorgono gruppetti di ragazzini che vanno e vengono. Anche di notte.

Stamane, di fronte all’ennesima segnalazione, siamo andati a verificare. Le immagini sono impietose, si rilevano forse profili penali.

1 – L’accesso è dal fondo sconnesso, sull’asfalto insiste una poltiglia di vegetazione che nessuno rimuove. Subito si nota, semicoperta da un telone svolazzante, la ‘gabbia’ utilizzata per la partenza della corsa degli asini nelle edizioni del Gonfalone. Chissà se è ancora in condizioni utili?

2 – Poco oltre il cancello aperto a metà ci si trova di fronte ad una porta aperta. Conduce alle scale del Palazzo, quindi ai quattro piani superiori che periodicamente qualcuno percorre per aggiungere danni ai danni. E’ già successo e risuccesso.

3 – Sul piazzale ancora a rustico sporcizia, monnezza, tavolame, una panchina distrutta. Ed ancora: un muro in pezzi, un’altalena ancorata al ramo di un albero per metà da una catena, per l’altra da una fune che attende solo coraggiosi disposti all’azzardo. E siamo solo all’antipasto!

4 – Il vialetto accuratamente realizzato una quindicina di anni fa è sommerso da detriti, rifiuti, fogliame. Anche qui ignoti hanno sfogato qualche loro frustrazione contro la staccionata per alcuni metri in pezzi.

5 – Si arriva al fabbricato una volta di Padre Bernardo (se ricordiamo bene). Il tentativo di scasso di una porta è stato reiterato: all’interno si intravede una svastica sul muro. Una decisamente più grande di almeno sei metri quadrati si nota al suolo. Riportiamo la frase per dovere di cronaca. C’è scritto: ‘froci nel forno‘. I finestroni poco sotto sono stati sfondati, le ante divelte. Le condizioni del prato sul quale una volta c’erano le giostrine sono indecenti.

6 – Ancora un po’ più sotto, poggiate sulla porta metallica dei servizi igienici, si trovano un paio di mazze chiodate, quelle che solitamente vengono usate per fare male, molto male. Vere e proprie armi improprie.

Questa è, almeno in parte, la situazione attuale del bene pubblico, della proprietà comunale e quindi degli arpinati.  Questa è l’attenzione che da anni viene riservata ad un sito per giunta nel centro storico, che dovrebbe accogliere le famiglie per momenti di svago, serenità, gioia che molti cercano altrove. Questo è lo stato in cui il sindaco Renato Rea, il vice Massimo Sera, gli assessori Valentina Polsinelli, Maria Manuel e Bruno Biancale, il responsabile del settore demanio e patrimonio, la maggioranza consiliare e pure l’indecifrabile staff del sindaco hanno relegato uno dei palazzi più belli dell’intera provincia e il suo parco secolare. Complimenti!

Un accurato sopralluogo, la verifica dei danni e la successiva chiusura del parco (seria e da ogni accesso) per i rischi che esso procura, appare non solo opportuna, ma doverosa. Così come l’intervento delle forze dell’ordine. Perché ad occhio e croce non sono esclusi reati. Anche gravi. Magari meno dell’indifferenza che si è impadronita del paese.                       Is