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ARRESTATO “CIOP”, ERA LATITANTE

Nel pomeriggio di ieri 9 settembre, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Frosinone e la Compagnia dei Carabinieri di Cassino, in Benevento, hanno tratto in arresto il latitante D.B.R., 35enne, originario della Provincia di Napoli, detto “CIOP”, che nel mese di marzo u.s. era riuscito a sfuggire alla cattura disposta in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare personale emesse dal Gip del Tribunale di Napoli nei confronti di 16 soggetti (10 in carcere e 6 agli arresti domiciliari), ritenuti responsabili di associazione a delinquere dedita al traffico internazionale, detenzione e spaccio di sostanza stupefacente nel basso Lazio e nelle Province di Napoli, Caserta e Salerno.

Con l’arresto del Di Bernardo, peraltro considerato a capo della stessa organizzazione, si conclude, dunque, l’indagine, denominata “Lunga Percorrenza”, avviata nel 2012, a carico di soggetti, di cui alcuni di origine casertana e napoletana, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacente.

L’attività, si ricorda, aveva permesso di acquisire elementi probatori a carico dei diversi indagati consentendo di far emergere l’esistenza di una struttura permanente nel tempo in cui i singoli associati, attraverso specifici ruoli, riuscivano attraverso un collaudato sistema, ad introdurre nel territorio italiano grossi quantitativi di sostanza stupefacente ai fini della successiva commercializzazione in zone geografiche differenti.

In particolare l’indagine aveva consentito di identificare:

Ø  i finanziatori dell’intera organizzazione, che potendo contare sulla disponibilità di risorse economiche, fornivano i capitali utili per l’acquisto in Spagna della droga;

Ø  i “corrieri” coloro che materialmente conducevano il carico di droga dalla Spagna fino a destinazione;

Ø  i “fiancheggiatori”, ovvero coloro che partecipavano all’organizzazione con funzioni di gestione della fase terminale dell’importazione dall’estero della droga interessandosi, a vario titolo, per il recepimento della stessa all’atto del suo arrivo, per la custodia presso il nascondiglio prefissato, per il conseguente spaccio “al dettaglio” ed infine anche per la riscossione dei crediti presso i clienti morosi.

Le investigazioni avevano, altresì, permesso di accertare e ricostruire le sofisticate e accorte modalità utilizzate dagli indagati sia nelle comunicazioni necessarie ai preventivi accordi e pianificazione delle illecite attività sia nel reperimento e predisposizione dei veicoli su cui trasportare la sostanza stupefacente. Nel caso delle comunicazioni era emerso il ricorso costante ad un linguaggio criptico e a termini convenzionali per simulare il reale contenuto della telefonata nonché all’impiego di telefoni e schede “dedicate” idonee a blindare le conversazioni in una rete chiusa. Per il trasporto venivano allestiti, ricorrendo a carrozziere di fiducia, doppi fondi sulle autovetture che trasportavano la droga, su cui, come ulteriore accortezza, viaggiavano solitamente un uomo e una donna nell’intento di simulare il più possibile situazioni di normalità.

E’ da evidenziare ancora la transnazionalità del traffico illecito in parola, essendo stato individuato un canale di rifornimento che, partendo dalla Spagna e passando per la Francia, riusciva a far giungere ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti sul territorio italiano ai fini dell’illegale commercializzazione. Nel corso delle indagini erano state già arrestate, in flagranza di reato, tre persone e sequestrati kg. 210 di hashish (18.02.2013) e numerose dosi di cocaina.