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BAMBINO COL BRACCIO FRATTURATO: A SORA ORTOPEDIA E’ CHIUSA, A CASSINO E FROSINONE NON C’E’ POSTO, IL PICCOLO FINISCE AL BAMBIN GESU’

Si rompe il braccio. Subito la corsa al Pronto Soccorso del SS.Trinità, dove i medici diagnosticano una frattura. Il paziente è un bambino di dieci anni. Avendo necessità di cure ortopediche e con il reparto sorano di Ortopedia ormai chiuso, i medici chiedono il trasferimento del piccolo utente a Cassino o a Frosinone. Ma – incredibile ma vero – non c’è posto in nessuno dei due ospedali! Soluzione? Il trasferimento nientepopodimeno che al Bambin Gesù di Roma!

Apprendiamo di questa disavventura dai social network, dove il ‘caso’ sta facendo riflettere e discutere. Anche ammesso che proprio questo episodio non si sia verificato e che, magari, il malcapitato non sia un bambino, purtroppo questa è la fotografia del triste destino a cui è condannato il SS.Trinità. E casi come quello riferito si ripeteranno e si ripeteranno ancora, forse non solo con Ortopedia, ma anche con Pediatria se è vero – come è vero – che il reparto è al collasso con soli quattro medici in servizio, sottoposti a turni massacranti.

Si parla tanto di ‘medicina territoriale’ e di prossimità delle cure, di sprechi e razionalizzazione, di tagli e riorganizzazioni. Ma quanto costa al sistema sanitario nazionale e quanto costa in termini economici e di disagio per le famiglie dover curare la frattura di un braccio a cento chilometri da qui? Beh, ci piacerebbe che chi decide della nostra salute ci rispondesse numeri alla mano.