SCUOLA

Broccostella – Trent’anni fa l’intitolazione, Evan Gorga in festa

Quest’anno – il 30 maggio – si celebra il trentennale dell’intitolazione dell’Istituto Comprensivo di Broccostella al musicista, tenore, collezionista Evan Gorga. Ne abbiamo parlato con la Dirigente Scolastica, Prof.ssa Anita Monti.

Ci può dire quali impressioni ha maturato in questi mesi di Dirigenza a Broccostella?

Una profonda riconoscenza nei confronti di un territorio che ha tutte le credenziali per emergere pur sapendo le difficoltà di ogni tipo e le cause antichissime del ritardo. Dopo una lunga esperienza di dirigenza nel nord d’Italia, precisamente in Emilia Romagna, che è stata per me assolutamente formativa (approfitto per inviare, in queste ore drammatiche dopo l’alluvione, un abbraccio a tutta la Romagna con il suo esempio di civiltà, dignità, laboriosità), ho ritrovato in questa , a Broccostella, numerosi momenti di arricchimento. Siamo nelle cosiddette aree interne e siamo tutti consapevoli del ritardo che registriamo rispetto ad altre realtà geografiche e antropologiche, ma la ricchezza della tradizione culturale di questa nostra terra offre la possibilità di un dialogo costruttivo, fatto di interconnessioni e contaminazioni indispensabili e fruttuose, tra scuola e il territorio.

Che magistero esercita la figura di Evan Gorga in questo territorio?

Evan Gorga è un esempio di come si possa crescere in cultura e in erudizione pur nascendo in luoghi appartati come questi e in tempi lontani rispetto ai nostri, caratterizzati da una circolazione delle informazioni assai capillari. Egli è stato un uomo di musica e un collezionista di rara erudizione, capace di conservare gli oggetti d’uso meno comune arrivando perfino a vivere un’esistenza di sofferenze pur di non rinunciare ai suoi interessi culturali. Questo aspetto può essere d’esempio in un tempo in cui le passioni sembrano latitare in nome di una omologazione che francamente è disarmante. L’istituzione scolastica dovrebbe farsi carico dell’eredità morale di quest’uomo e impegnarsi a promuovere il suo esempio.

Come vede gli alunni, le famiglie, la comunità scolastica e quali sfide ci attendono?

Anita Monti

Lei ha detto bene: siamo una comunità. Dunque, deve prevalere sempre il noi al tu, la sfera collettiva a quella individuale, cosa non facile di questi tempi, ma pur sempre un valore che faciliterebbe il raggiungimento di certi obiettivi. È chiaro che nel contesto in cui viviamo occorre ispirarsi a principi come sostenibilità e sussidiarietà, mettere cioè in campo sia la capacità di pensare a un’idea di mondo che non sia più sorretto dalle regole che hanno portato fin qui e sia l’esigenza di sentirci tutti apparentati dal medesimo destino, dal medesimo orizzonte che è quello di un postmoderno dai contorni ancora labili. Siamo dentro un processo di trasformazione che è più grande di noi, più esteso delle nostre stesse forze e questo diventa il vero, grande obiettivo da tenere sempre in mente: cambiare rotta per salvarci tutti.

Perché è importante ricordare questo anniversario?

Come tutti gli anniversari, ha un valore simbolico. Non è soltanto una festa da celebrare, ma un’occasione per ricordare quanto un talento nato e vissuto dalle nostre parti possa ricoprire una funzione antropologica, possa cioè essere una figura di riferimento per i più giovani e spronarli con il suo esempio a cercare la loro vera vocazione. In fondo, intitolare una scuola a una personalità del passato non è un’operazione che risponde a un criterio di etichetta, ma una scelta e un orientamento. Inoltre, ci fa riflettere su come da contesti piccoli si possano generare geni e su come da aree interne molte personalità, spinte dal desiderio di apprendere, costrette a cercare possibilità di arricchimento culturale altrove, siano poi diventate figure note a livello internazionale.

Senza svelare troppo in dettaglio il programma del Trentennale, può darci qualche anteprima sui contenuti?

E’ un programma fatto all’insegna delle interconnessioni : tra scuola e territorio, tra musica e letteratura, tra tradizione e modernità. Si tratta di una vera rinascita per l’Istituto dopo il periodo della pandemia che ci ha bloccati, quando addirittura era impossibile usare gli strumenti a fiato. L’anniversario del Trentennale sarà la sintesi di un anno scolastico che ci ha accompagnati dalla precarietà alla progettualità in sinergia con il territorio, inteso nel senso più ampio, cioè, a livello provinciale e nazionale. Ne è l’esempio più emblematico la collaborazione con il Liceo Bragaglia di Frosinone, che pochi giorni fa, in occasione della settimana della musica, ha ospitato gli alunni del nostro Istituto Comprensivo, con i docenti di strumento, per una entusiasmante performance musicale che ha visto uniti tutti gli alunni nel segno della musica. Inoltre, grazie alla collaborazione con il Bragaglia, il nostro Istituto il 1 giugno è stato invitato al 2° Festival Nazionale dei Licei Musicali, presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone. L’evento del 30 maggio si dipana su vari assi culturali per ricostruire passaggi che hanno contaminato i luoghi legati al musicista. Gli studenti, anche gli ex alunni dell’I.C., con i docenti e varie personalità del mondo della musica e della cultura di questa terra, si esibiranno nell’esecuzione di brani dei più disparati generi musicali e metteranno in evidenza lo stretto rapporto tra identità, tradizione e innovazione. L’unità del sapere , in tal modo, si estende al mondo restituendo una dimensione alta che ha a che fare con la sacralità.

Può rivolgere un saluto ai suoi alunni, ai suoi collaboratori e ai docenti in vista di questo anniversario?

Lo faccio con grande piacere e, le confesso, mi aspettavo una sollecitazione simile. Siamo una squadra, una famiglia, una comunità. Voglio condividere questa ricorrenza con tutte le persone che mi stanno intorno e ricordare loro, che non si va da nessuna parte se si pensa di fare tutto da sé. Se ci si lascia coinvolgere dal tema dell’appartenenza, della cooperazione, della collaborazione, allora diventa più facile raggiungere la meta del nostro cammino.

Paola Di Scanno