Te lo dico in rima

CANTO DI ME STESSO

Un bimbo disse, Cos’è l’erba? portandomene a piene mani;
Come rispondere al bimbo?….cosa sia ne so meno di lui.
Immagino debba essere la bandiera della mia indole, intessuta della verde stoffa della speranza.
O immagino sia il fazzoletto del Signore,
Odoroso dono e rimembranza lasciato cadere di proposito,
Recante il nome del proprietario in qualcheduno degli angoli, così che lo si possa scorgere e notare, e dire Di chi sarà?
O immagino l’erba stessa un bimbo….della vegetazione l’originato piccino.
O immagino sia un uniforme geroglifico,
E che significhi, Germinando egualmente nell’ampio e nello stretto,
Crescendo tanto tra i neri quanto tra i bianchi,
Canaco, Tucaoe, Deputato, Cuff, il medesimo do, il medesimo ricevo.
E ora mi pare la bella chioma intonsa delle tombe.
Teneramente ti tratterò erba ricciuta,
Forse t’effondi da petti di giovani,
Forse li avessi conosciuti amati li avrei;
Forse provieni da vecchi e da donne, e da prole presto tolta al grembo delle madri,
Ed eccoti grembo delle madri.
Quest’erba è assai scura per provenir da bianche teste di vecchie madri,
Più scura delle spente barbe dei vecchi,
Scura per giungere dall’impallidito rosso dei palati delle bocche.
O le percepisco infine proferir le tante e tante lingue!
E percepisco che non per niente giungono dai palati delle bocche.
Vorrei saper tradurre gli accenni ai giovani morti e alle giovani morte,
E gli accenni a vecchi e madri, e alla prole presto tolta al loro grembo.
Cosa pensi ne sia stato di giovani e vecchi?
E cosa pensi ne sia stato di donne e figli?
Son vivi e sani da qualche parte;
Il più minuto germoglio dimostra che morte non esiste davvero,
E che se mai fu essa condusse a vita, e che non l’attende alla fine per fermarla,
E cessò nell’istante in cui vita apparve.
Tutto va in avanti e all’esterno….e nulla rovina,
E morire è diverso da quel che chiunque suppone, e più fausto.

WALT WHITMAN