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CONVITTO DI ARPINO, IL SINDACO REA RISPONDE ALLE POLEMICHE

Dal sindaco di Arpino, Renato Rea, riceviamo e pubblichiamo la nota d replica al consigliere comunale di minoranza Gianluca Quadrini, che aveva duramente attaccato l’amministrazione comunale in merito alla questione del Convitto Nazionale Tulliano.

Visto che da più parti si parla, in alcuni casi senza cognizione di causa, della sospensione dei lavori al Convitto Nazionale Tulliano a seguito di una recentissima Sentenza del TAR di Latina, ritengo opportuno informare la cittadinanza su quanto avvenuto e sullo stato delle cose.

Il Comune di Arpino ha ottenuto dalla Regione Lazio nel 2015, in forza del D.l. n.128/2013, un finanziamento per l’importo complessivo di € 1.185.329,25, per la effettuazione di lavori di “Manutenzione straordinaria di messa in sicurezza e miglioramento sismico del Convitto Nazionale Tulliano”. Esperite tutte le formalità per l’indizione e lo svolgimento della gara di appalto, è stata  designata affidataria dei lavori la ditta COGEA, perchè posizionatasi prima nella graduatoria stilata dalla apposita Commissione di gara. A seguito di ricorso della terza classificata e di quello incidentale dell’aggiudicataria, che chiedevano entrambi l’esclusione dell’avversaria per carenze di requisiti, il Tar di Latina ha accolto il ricorso incidentale della ditta aggiudicataria, senza entrare nel merito delle considerazioni svolte  dalla ditta ricorrente in via principale.

A seguito di appello di quest’ultima il Consiglio di Stato, sulla scorta di un recente principio di diritto enunciato dalla Corte di Giustizia Europea, ha invitato il Tar Latina ad esprimersi anche sul ricorso principale. Ebbene, il TAR di Latina, preso atto di questa direttiva, ha emesso una sentenza con la quale sostanzialmente ha accolto le ragioni di entrambe le ditte, sostenendo che entrambe non avrebbero avuto titolo per partecipare alla gara e rimettendo al Comune di Arpino le successive determinazioni, tra le quali vi sono (ma non solo) quelle di scorrimento della graduatoria o il rinnovamento della procedura.

Il Comune non si è costituito in questi giudizi in quanto ha ritenuto di non dover difendere le ragioni e gli interessi dell’una o l’altra ditta, avendo come unico obiettivo quello di un sollecito svolgimento dei lavori per restituire alla collettività l’edificio ristrutturato, evitando le lungaggini che solitamente accompagnano l’esecuzione di opere pubbliche. A tal fine, sulla scorta della prima sentenza del TAR favorevole alla ditta aggiudicataria dei lavori, il Comune ha sottoscritto con essa il contratto per adempiere ai termini di legge ed effettuato la consegna dei lavori per non incorrere nella perdita del finanziamento.

Allo stato attuale il Comune, ottemperando alle decisioni del TAR, ha disposto la sospensione dei lavori in attesa di determinazioni sulle procedure da intraprendere, che tenderanno esclusivamente a non perdere il finanziamento ed alla ripresa tempestiva dei lavori, considerando che la sentenza del TAR ha annullato l’aggiudicazione definitiva e non la gara,  come è stato erroneamente asserito da qualche parte.

Non ritengo invece di dover entrare nel merito delle esternazioni politiche sul punto, se non ribadire che non ci sono co-paternità nel finanziamento dell’opera visto che il d.l. che lo ha istituito è successivo alla data dell’insediamento della mia amministrazione, così come non ci sono co-paternità in caso di errori commessi in sede di aggiudicazione dei lavori. Ma si sa, le vittorie hanno cento padri e le sconfitte sono orfane! Alla richiesta di “togliermi di mezzo” rassicuro i cittadini che lo farò nel momento in cui non mi confermeranno la loro fiducia al termine del mio mandato, che ho svolto e svolgerò fino all’ultimo giorno sempre e solo nell’interesse della Città di Arpino e non per vanagloria o interessi personali.