Degenerazioni - Memorie di un assassino Notizie

DEGENERAZIONE – MEMORIE DI UN ASSASSINO. XXI CAPITOLO – “L’ULTIMA NOTTE”

Cap XXI

L’ULTIMA NOTTE

La verità veniva a galla e questa volta c’erano documentazioni su cui basarsi, tutto ciò che avevamo potuto solo ipotizzare stava concretizzandosi. Stragi di stato, ricatti, sorveglianze, omicidi, infiltrazioni, fughe di notizie, maestosi e segreti conti bancari, e chissà quante altre cose in ballo! Stavamo per mettere le mani su qualcosa di grosso che forse avrebbe cambiato le sorti del paese e degli Italiani stessi! I fascicoli che avevo trovato dal comandante Caporale erano solo il trampolino di lancio… bisognava andare più a fondo, trovare nomi, interrogare persone, uccidere della gente, per poter dare una ripulita a questo lordume e fermare questi meccanismi paralleli! Gli obbiettivi che avevo davanti ormai erano il ritrovamento dell’archivio del SIFAR che De Lorenzo aveva messo insieme e che Andreotti disse di aver fatto distruggere, e le borse di Aldo Moro misteriosamente scomparse che di certo non sono in possesso delle BR altrimenti ne avrebbero diffuso il contenuto o almeno ce ne avrebbero comunicato il possesso. Stasera aggiornerò Aprile e vedremo il da farsi. Ora devo rilassarmi, è il mio primo giorno di libertà. Mi sentivo alquanto brillo, vino a pranzo e due bicchieri di whiskey mentre leggevo… forse fu quello stato ad incoraggiarmi, quindi accesi un’altra sigaretta e pensai che forse avrei potuto invitare Axelle a fare due passi con la scusa che avevo bisogno di acquistare dei vestiti e che lei sarebbe stata un’ottima guida, del resto che c’era di male? Avrei potuto scoprire anche se aveva un compagno al momento. Misi la giacca e scesi al piano terra per proporre alla ragazza la sgambata ma ad aspettarmi con lei c’era un uomo.

-Salut François, sono il fratello di Axelle, mi chiamo Alexandre, come lo scrittore Alexandre Dumas. Mia sorella mi ha detto che già sai del mio coinvolgimento nella K.K.. Devo dirti che è un enorme piacere conoscerti e poterti stringere la mano… sono emozionato… non so cosa dire… comunque so tutto di te, delle tue imprese… anche delle passate… sei un diavolo… usciamo Aprile mi ha detto di portarti dal dentista e poi a comprare abiti nuovi e qualsiasi cosa di cui hai bisogno… anche donne ha ha ha ha… dai andiamo… per la miseria, lo sai che sei una leggenda nella nostra organizzazione? Cavolo che onore averti qui… gli altri saranno sicuramente gelosi…-

-gli altri? Mi pare fosse chiaro che nessuno debba sapere oltre noi!-

-oh si… dicevo per dire…-

-si, per dire… dai cammina-

Il ragazzo non sputava un attimo. Parlava come se avesse davanti James Bond o roba simile, ma Axelle sembrava incantata da tutti quegli elogi e mi guardava con la sua espressione innocente ma fiera facendo risplendere il suo meraviglioso sorriso. Beh devo ammetterlo avevo un debole per le bocche di donna! Il bimbo mi aveva tolto l’occasione di stare un po’ con sua sorella, mah! che sfiga! Proprio a me dovevano affibbiarmi il pivello? Sembrava un bravo ragazzo, uno a posto, e di certo lo era se faceva parte di noi, comunque misi in testa il cappello che avevo trovato nell’armadio e attraversai la sala preceduto dal ragazzo che mi spalancò la porta di ingresso.

-Senti bello, ho capito di esserti simpatico, ma io non sono il presidente degli stati uniti, anzi non sono proprio nessuno quindi smettila di comportarti da idiota o finiremo per dare nell’occhio! Fai il bravo e parla quando serve!-

Forse ero stato un po’ troppo duro, e forse proprio perché mi aveva rovinato i piani, ma bisognava mettere i puntini sulle i o altrimenti questa storia dell’eroe sarebbe finita per seccarmi o addirittura avrebbe creato qualche problema. Però non volevo neanche che pensasse che ero uno stronzo, al che dissi:

-Non volevo trattarti male, sono un po’ stanco ma il succo di quello che ti ho detto rimane lo stesso capito? Mi sei simpatico e dopotutto sono ospite da voi ma devi capire che dobbiamo essere cauti o tutte quelle smancerie potrebbero mettere in allarme la persona sbagliata e farmi saltare la copertura capisci?-

-si, si, non volevo metterti in difficoltà, è che mi sembra impossibile averti di fronte e a casa di mia sorella pergiunta…-

-ho capito, va bene, non ricominciare, ora portami dal dentista, poi compriamo degli abiti ed infine portami da un nostro armaiolo, ho bisogno di una pistola e un coltello-

Andammo dal dentista anche lui dell’organizzazione che, dopo una serie di sviolinate su quanto era onorato eccetera eccetera, mi prese velocemente il calco della struttura dentaria e mi disse di ripassare tra un paio di ore perché avevo la precedenza su tutto e tutti, ordine di Aprile. Quindi ci dirigemmo alla volta di una boutique. Acquistai un paio di completi neri e cravatta nera con camicia bianca, un cappello nero, una giacca di pelle nera, un paio di guanti di pelle nera, un paio di jeans ed un impermeabile. Il fratello di Axelle comperò anche lui un cappello uguale al mio.

Fu la volta dell’armaiolo. Stessa trafila, complimenti qua e la, poi la spesa.

-Ho bisogno di una beretta semiautomatica modello 92FS nera, due caricatori pieni con pallottole 9 mm, un silenziatore, una fondina ascellare ed un coltello a scatto italiano stiletto con manico in plastica nero, lama da 20 cm in acciaio AISI 420-

– ah la mitica 92FS meglio conosciuta come M9 da parte dei militari americani, è la pistola più testata e più affidabile nella storia! Ottima scelta-

L’uomo mi servì con rapidità senza perdersi in chiacchiere, come un vero professionista, e mi diede in omaggio un paio di occhiali da sole a goccia completamente neri, i miei preferiti! Tornammo dal dentista per farmi istallare l’apparato dentario che fissò definitivamente. Durante gli spostamenti notai che c’erano due uomini che si alternavano tenendoci d’occhio, ma Alexandre vedendomi sospettoso mi rassicurò dicendomi che era stato Aprile a farci seguire, tanto per sentirsi più tranquillo. Ci dirigemmo verso casa facendo sosta però in un supermarket perché avevo intenzione di preparare una cenetta con le mie mani.

-Senti se ti va domani mattina potrei portarti a pesca con la mia barca… faremo venire anche Axelle che ci preparerà un pranzetto squisito, lei cucina molto bene! Così potremo pescare tutto il giorno… che ne pensi? Ci verresti?-

-Guarda, io di pesca in mare non ci capisco niente… se mi parli di pesca in acqua dolce me la cavo abbastanza bene, ma… in mare…-

-Non preoccuparti François ti farò divertire! Fidati.-

-La proposta è allettante… beh… dai si organizza tutto, però mi raccomando la birra fresca!-

Ci facemmo una grassa risata e nel frattempo arrivati a casa di Axelle ci sedemmo sul divano a fumare una sigaretta e a gustare un bicchiere dell’ottimo Bowmore, mentre raccontavo ad Alexandre della sua provenienza, tanto per farlo contento. Verso le otto arrivò Aprile che con suo gran stupore mi trovò ai fornelli.

-siediti a tavola con Axelle e Alexandre, è quasi pronto, nel frattempo stappa una bottiglia di vino bianco, questa sera si mangia pesce!-

Come antipasto gamberi al limone, sono eccellenti e veloci da preparare. Il primo era il piatto preferito di Giulia, le fettuccine con crema di gamberetti e brandy, sono un primo piatto di pesce molto raffinato dal delicato colore rosa; il condimento viene preparato saltando i gamberetti con dell’aglio e sfumandoli poi con il brandy.  Si aggiungerà successivamente della panna fresca, poco pomodoro, pepe e prezzemolo per rendere il composto di gamberetti ancora più corposo e denso aggiungendo poi una parte frullata a crema, e tutto insieme andrà saltato per qualche secondo in padella con le fettuccine. Per concludere bocconcini di sogliola, una specie di piccoli rollè ripieni di speck, rucola e pepe bianco, avvolti logicamente da filetti di sogliola. Devo dire che me la cavavo ancora bene in cucina, e che rimasero tutti soddisfatti delle portate. La cena si svolse come un ritrovo di vecchi amici tra brindisi e risate varie. Al momento del caffè, che preparai io all’italiana, affrontammo discorsi più seri.

-Senti Aprile, in merito agli scagnozzi che mi hai messo alle calcagna volevo dirti che non sono affatto d’accordo ad una sorveglianza ravvicinata! Troppa confusione! Lascia che io faccia il mio mestiere in libertà ok? So cavarmela fidati!-

-Se questa è la tua volontà lascerò che ti muova come desideri però vedi di non deludermi! Tra due giorni arriveranno gli istruttori che saranno sotto il tuo comando per un periodo di sei mesi, ne un giorno di più ne un giorno di meno, al termine del quale sarai reinserito per svolgere le tue indagini… è anche di questo che vuoi parlarmi vero? Ho letto tutti i rapporti e i fascicoli che hai in stanza quindi ho una vaga idea di cosa hai in mente…-

-Il bello di conversare con te è che non ci perdiamo mai in chiacchiere, ogn’uno sa quello che sa l’altro! Ha ha ha ha ha ha… beh, che cosa c’è ancora che dovrei sapere? Immagino stai per partire per l’Italia questa sera no?-

-Hai letto giusto amico mio, finita questa cena parto per dare alcune disposizioni su alcuni casi che seguiamo abbastanza da vicino. C’è da giustiziare due poliziotti, un avvocato ed un infiltrato del sindacato dei lavoratori nella fabbrica SIM. Poi torno da mia moglie, non la vedo da due mesi e voglio stare qualche giorno con lei… Tu invece? perchè non ti trovi una donna… Axelle per esempio lei si che è una gran bella ragazza…-

Sia io che Axelle ci facemmo rossi per l’imbarazzo, così ribbattei:

-Non essere idiota una ragazza così carina avrà sicuramente qualcuno!-

Sottolineai la cosa con aria seccata, ma tutti gli altri sembravano essere divertiti dalla mia reazione, così capii che si erano accorti di quanto lei mi piacesse…

-Comunque non sono affari tuoi!-

Conclusi. Dopo qualche secondo di silenzio Aprile si alzò col sorriso sotto i baffi dicendo:

-Allora io vado… Alexandre accompagnami all’aeroporto… il ragazzo ti fornirà tutto ciò che ti serve basta chiedere, sappi che mi sei molto a cuore… quando arriveranno gli istruttori sarà proprio lui che ti accompagnerà ogni giorno al campo di addestramento… trattamelo bene e insegnagli qualcosa…-

Una forte stretta di mano caratterizzava Aprile, faceva capire subito a chi non lo conosceva che era un tipo sicuro e deciso. Gli consegnai i documenti criptati che avevo trovato accordandoci di farmi spedire i risultati in una delle case sicure che avrei occupato al mio ritorno in Italia. Uscito dalla porta mi voltai e vidi che Axelle era già andata in cucina a lavare le stoviglie, al che io mi ritirai. I seguenti mesi trascorsero rapidamente ed io mi rinvigorivo giorno dopo giorno. L’addestramento procedeva molto bene, devo dire che gli uomini che avevo a disposizione erano dei veri duri, e molto preparati pergiunta. Il mio rapporto con Axelle era di quelli che hanno i ragazzini, sembravamo adolescenti impacciati e incapaci di esternare le nostre ormai chiarissime emozioni nei confronti dell’altro. Uscivamo insieme, parlavamo fino a tardi, andavamo alle feste di paese a divertirci come fossimo stati due persone normali e con una vita normale. Entrambe avevamo avuto una relazione finita in tragedia, e fu proprio quello a tenere quella sottile distanza tra noi. Scoprii da suo fratello che un tempo Axelle era sposata con un uomo di nome Janne che rimase ucciso in un’imboscata durante un indagine. Era anche lui un agente K.K. ma il loro amore non durò che pochi mesi. Alla scadenza del mio soggiorno, per così dire, a Menton, tutte e due soffrivamo di una tristezza molto evidente perché convinti che non ci saremmo più rivisti. Quella sera però, la sera prima della mia partenza, la invitai a cena fuori. Ero deciso a parlarle. Passeggiavamo sulla spiaggia inondati dalla luna quando le presi la mano e le dissi che se avessi potuto non l’avrei mai più lasciata, e che l’amavo. Non ci furono altre parole… ci fissammo intensamente perdendoci nei nostri sguardi, e così ci concedemmo l’uno a l’altra con ardore lì sulla spiaggia come fossimo stati i due personaggi principali nel racconto de la lettera scarlatta. Il giorno mi svegliai accanto a lei nel suo letto, ma Axelle era già sveglia che mi fissava. Le accarezzai il volto e le giurai che finita quest’ultima indagine l’avrei raggiunta per vivere insieme il resto delle nostre vite. Lei mi diede una sua foto perché la tenessi sempre con me.