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Enzo Di Stefano: “Le province non vanno cancellate ma potenziate”

“L’ormai provata incostituzionalità delle norme inserite nel Salva Italia inerenti al piano di cancellazione delle province italiane non può che farci tirare un sospiro di sollievo. La Consulta, attraverso una decisione saggia e consapevole, ha infatti evitato un vero e proprio vulnus nel nostro sistema istituzionale. Cancellare le province con un taglio netto non avrebbe sortito altro effetto se non quello della moltiplicazione di altri costosi ed inutili centri di spesa. Ma l’effetto più grave sarebbe stato senza dubbio un altro: la pressochè improvvisa mancanza di servizi essenziali per i cittadini.

Le province, che certamente necessitano di alcune riforme incisive e mirate ad assicurarne una più funzionale attività, hanno le giuste caratteristiche per configurarsi come ente intermedio ottimale per la gestione del territorio e l’erogazione dei servizi. Proprio alle province, ad esempio, potrebbero essere delegate numerose aree amministrative, che attualmente fanno capo alle regioni e che spesso si dimostrano poco attente alle esigenze particolari dei cittadini: basti pensare alle strade, ai rifiuti, all’acqua. Inoltre, alle province potrebbe anche essere destinata la gestione dell’Edilizia Residenziale Pubblica: avendo ricoperto per oltre due anni il ruolo di presidente dell’Ater, posso testimoniare quanto sia difficile rapportarsi con l’ente regionale e, nel nostro caso, impegnarsi per evitare che tutte le risorse vadano a Roma.

Come è facile dedurre, dunque, le province continuano a rappresentare un tesoro che, purtroppo, ancora non è stato sfruttato, e la soluzione non sta nella loro cancellazione, ma nel loro potenziamento. In tal modo, le forbici potranno essere indirizzate verso altri campi, come ad esempio tutta quella selva di enti intermedi che, spesso, non fanno altro che rallentare e appesantire il dialogo istituzionale.

Nell’esprimere soddisfazione per la decisione della Consulta, pertanto, il mio auspicio è che il nuovo Governo riesca a guardare oltre la semplice logica dei tagli, stilando una riforma delle competenze regionali, provinciali e comunali che sia in grado di garantire a tutti efficienza e servizi”.