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IL 10 OTTOBRE STUDENTI IN CORTEO A SORA. SARA’ PRESENTE ANCHE ‘FUORIPOSTO’

Dal collettivo 'Fuoriposto' riceviamo e pubblichiamo un documento nel quale si spiegano le motivazioni per cui si parteciperà alla manifestazione studentesca del 10 Ottobre.

 

Sono passati circa sei anni dall’ultima drastica riforma, ovvero la riforma Gelmini, che ha di fatto disintegrato la scuola pubblica. A distanza di sei anni, periodo in cui gli studenti hanno sempre manifestato il loro dissenso verso certe scelte, vari ed inefficaci sono stati i tentativi di riformare la scuola, e purtroppo anche questa volta con il ministro Giannino che esegue gli ordini del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, notiamo come ci sia una certa continuità con quelle pseudo-riforme volte a stravolgere l’assetto scolastico.

Già perché per chi ormai ha imparato a conoscere il vero volto del Pd e di Matteo Renzi, si sarà reso conto che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

 

Il governo Renzi, dal suo insediamento, sta tentando di portare avanti un tentativo di riforma della scuola sintetizzato in un documento di 12 punti denominato ” La Buona Scuola” che per alcuni punti sembrerebbe interessante ma per altri sembrerebbe solo pubblicità per un governo fatto di tanti annunci e pochi fatti.Vi invitiamo a consultare il documento ufficiale. In breve si parla di: assunzioni di docenti precari, concorsi più seri e organizzati, copertura di cattedre vacanti, aumenti in busta paga per i docenti, rapporti di autovalutazione e progetti di miglioramento per le scuole, docenti che fanno innovazione, dati e profili online dal 2015.

 

Inoltre, nelle linee dettate dal Governo, si parla di digitalizzazione della stessa attraverso piani di coinvestimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi, nuovi servizi digitali, aumento di Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni per gli istituti tecnici e professionali, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale, stabilizzazione del Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF) e ingresso di privati nelle scuole(singoli cittadini, fondazioni, imprese) attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

Analizzando in breve il documento ci si rende conto di come, sia in parte da ammettere la volontà di voler migliorare alcuni punti critici dell’attuale sistema scolastico, ma se l’idea di Renzi di cambiare la scuola significa ancora una volta privatizzazioni, maggiori disservizi e tagli, allora è chiaro che non siamo d’accordo. Vi spieghiamo subito perché.

Ad oggi l’istruzione pubblica risulta non solo sempre più dequalificata, ma sempre meno accessibile per i costi che le famiglie devono affrontare, tasse sempre più alte, servizi sempre più scadenti, sempre meno democrazia all’interno degli istituti, trasporti fatiscenti e scuole che cadono a pezzi nel vero senso della parola. Per questo ci risulta difficile credere che tutto ad un tratto si riesca a parlare di banda larga quando ancora nel peggior dei casi manca la carta igienica nei bagni degli istituti o quando lo studente non può nemmeno fare fotocopie all’interno della scuola per mancanza di fondi.

 

Secondo la nuova idea di scuola di Matteo Renzi, le scuole potranno tornare ad essere efficienti e competitive, questo grazie ad un meccanismo meritocratico che porterà alla formazione di scuole di serie A e scuole di serie B; nasceranno quindi scuole d’elite e scuole di basso livello, e questo per tutti i gradi dell’istruzione. Nei 12 punti della buona scuola, si parla inoltre, della possibilità di investire da parte di soggetti privati nel sistema formativo scolastico creando quindi, secondo il Governo, quelle condizioni necessarie affinché dalla scuola si riesca sin da subito ad entrare nel mondo del lavoro, con le aziende investitrici che grazie ad un ricatto potranno letteralmente prendere in mano le sorti di ogni singolo istituto nel quale investiranno i propri interessi. Quindi, grazie all’ingresso dei privati negli istituti, le grandi imprese, avendo interesse a voler entrare nella gestione e nella determinazione degli obiettivi formativi delle scuole, potranno entrar a far parte del potere decisionale degli istituti catapultando sin da subito i giovani studenti in un processo di aziendalizzazione della forma-sapere, catapultati da subito nel mondo dello sfruttamento e della precarietà del mercato del lavoro con diritti negati, con stages e tirocini non pagati e periodi di prova non retribuiti che andranno dai tre ai sei anni : in due parole jobs act.


Nemmeno a farlo apposta, è qui entrerebbe in gioco il nuovo contratto a tutele crescenti per i neo-assunti che altro non è che una privazione dei diritti sanciti nell’Articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Inoltre, non riusciamo davvero a credere che questo Governo si faccia portavoce di questo cambiamento radicale del sistema scolastico poiché l’Europa ci sta imponendo da tempo, e siamo giunti al momento dei conti, una nuova legge di stabilità, che prevedrà nuovi tagli “ lineari “ alla spesa, che toccheranno guardate un po’ i servizi, Ministeri, Enti Locali e Regioni, e di nuovo secondo quanto riportato da alcuni quotidiani nazionali, la scuola pubblica. Già perché, i nuovi annunciati tagli, prima dichiarati dal Governo e poi prontamente smentiti dal ministro Giannino, toccheranno uni­ver­sità e fondo Foe che finan­zia gli enti di ricerca, e consisteranno nella ridu­zione della pianta orga­nica del per­so­nale ammi­ni­stra­tivo Ata, dalle sup­plenze di pochi giorni e dal taglio dei com­mis­sari esterni agli esami di matu­rità. Il governo ha infatti intenzione di tagliare sulla scuola con un taglio di 8mila ATA per recuperare fondi al fine di finanziare la riforma stessa. I sindacati infatti già sono sul piede di guerra e secondo quanto dichiarato dalla FLC-GIL, non solo gli Ata ma anche il reparto tecnico-amministrativo che vedrà decurtare la necessità di personale a seguito di un piano di dematerializzazione.

 

Siamo convinti che il processo di riforma di una scuola parta dal basso, dal vero coinvolgimento degli studenti e docenti, e che la scuola che vogliamo non è quella che adesso viviamo! Con un tasso di abbandono scolastico che aumenta di giorno in giorno, con studenti che non hanno più voglia di andare a scuola, con scuole che non sempre rappresentano veri ed efficaci luoghi di formazione con metodi di insegnamento obsoleti, con edifici che cadono letteralmente a pezzi nonostante la prima tranche di finanziamenti per l’edilizia, con una disoccupazione giovanile ai massimi storici, il 10 ottobre saremo in piazza con gli studenti a dire ad alta voce che il futuro siamo noi e che pretendiamo maggiore dignità!
Il collettivo Fuoriposto sarà presente alla manifestazione studentesca del 10 ottobre, appellandosi a tutte quelle componenti : studenti, docenti, Ata, precari, personale scolastico e genitori che hanno davvero a cuore il futuro dell’istruzione.

 

Non ne possiamo più di vedere scuole che cadono a pezzi, non ne possiamo più di vedere ridimensionamenti fasulli e disservizi nelle scuole, vogliamo una scuola pubblica, dignitosa e accessibile a chiunque, perché il diritto allo studio deve essere garantito a tutti anche a costo di sacrifici per un paese che ormai è al collasso. La scuola deve essere il primo punto sul quale investire per ripartire come sistema Paese.

Il corteo, oltre che passare davanti a quello che sarebbe dovuto essere il centro commerciale Serapide, simbolo di speculazione e corruzione quando potrebbe essere simbolo di socialità e istruzione convertendolo in centro universitario, terminerà al Parco Valente, luogo a noi molto caro. Siamo contenti che gli studenti abbiano deciso di terminare un corteo per l’istruzione all’interno del Parco Valente che per noi rappresenta speranza,futuro,aggregazione e riqualificazione di posti degradati e di nuovo in mano alla collettività. (Sperando che non ci caschi un ramo in testa).

Non chiediamo niente, ci riprendiamo tutto!

Fuoriposto