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ORIGINI E SVILUPPO DEL CULTO DELL’IMMACOLATA NELLA CHIESA DI SANTA RESTITUTA A SORA

di Stefano Di Palma

Come ogni anno il giorno 8 dicembre la Chiesa universale festeggia l’Immacolata Concezione della Vergine Maria.

Dedichiamo un breve passaggio esplicativo sulle origini e sul significato di questo epiteto con cui si definisce la Madre di Cristo. All’inizio, nel secolo VIII, è testimoniata in Oriente la festa della Concezione di sant’Anna, madre della Théotokos, fissata il 9 dicembre. Questa solennità orientale non ha per oggetto diretto la celebrazione del privilegio della Madonna di essere esente dal peccato originale fin dalla sua concezione, ma la commemorazione dell’evento narrato dal Protovangelo di Giacomo secondo il quale Gioacchino e Anna “seppur sterili” possono concepire Maria.

Intorno all’anno 1000 in alcune zone dell’Occidente vi è un’analoga festa fissata però l’8 dicembre con la denominazione di Concezione della Santa Vergine Maria e, a partire dal secolo XII, viene aggiunta la precisazione che si tratta di una concezione “immacolata”.Nonostante l’opposizione di san Bernardo e dei domenicani la celebrazione continua a diffondersi e con papa Sisto IV, nel 1476, la festività viene introdotta nel calendario romano. Il dogma dell’Immacolata Concezione viene tuttavia proclamato ufficialmente soltanto nel 1854 da papa Pio IX e da quel momento la liturgia, modificata, sottolinea l’importanza del privilegio che investe la Madonna. L’espressione Immacolata Concezione spesso è stata interpretata in maniera errata riferendola non al concepimento di Maria, ma a quello di Cristo. Tale malinteso ha portato addirittura a pensare che senza peccato significhi senza rapporti carnali. Il peccato originale è invece una colpa tramandata da Adamo ed Eva a tutti gli esseri umani tranne che a Maria, unica esente grazie alla protezione divina come rammenta il passo biblico (Genesi I,15).   

Nel cuore pulsante della città di Sora, ovvero la centrale piazza e la chiesa di Santa Restituta, converge la massima espressione del culto riservato alla Madonna per la ricorrenza dell’8 dicembre e che diventa vero e proprio preludio alle successive feste natalizie. Nella chiesa, precisamente nella terminazione della navata destra, si erge la cappella dedicata all’Immacolata che fa parte dell’intero organismo architettonico ricostruito in seguito alla totale distruzione causata dal tragico terremoto del 13 gennaio 1915. L’inaugurazione della nuova chiesa di Santa Restituta è avvenuta nell’anno 1929. In quel tempo sull’altare di questa cappella è stata posta una statua raffigurante l’Immacolata vestita con abiti veri recuperata dalla distrutta chiesa e restaurata nel 1916; successivamente con i lavori di armonizzazione di questa cappella con l’intero impianto ecclesiastico (la cui decorazione è legata alla famiglia degli artisti sorani Caringi) si procede all’acquisto di una nuova statua che tutt’oggi si venera nel sacro luogo.

La scultura lignea, opera del 1949 dell’artista Luigi Stuffer, proviene da Ortisei in Val Gardena. Nell’opera la Vergine è raffigurata con un volto intenso e concentrato, è abbigliata di una candida tunica attraversata da un manto celeste e le mani sono portate sul petto. Gli altri attributi iconografici che la qualificano come Immacolata sono la luna sotto i suoi piedi e la corona di dodici stelle che le cinge il capo; in sostanza si tratta della Donna citata nel libro dell’Apocalisse (vestita di sole che rappresenta Dio, che governa la luna ad indicare che Maria e la Chiesa sono in grado di governare ogni cosa modificabile e coronata di stelle che alludono sia alle virtù della Vergine  sia ai dodici apostoli).

Si conoscono i riti officiati nell’anno 1949 per onorare la nuova immagine. Sappiamo infatti che il simulacro è stato  trasportato in processione, con gran concorso di popolo e di clero, dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli a quella di Santa Restituta.  Su richiesta del preposto Vincenzo Marciano e disposizione di una Bolla promulgata da papa Pio XII l’8 dicembre di quell’anno il vescovo di Sora Michele Fontevecchia, delegato dal cardinale Tedeschini, incorona la statua con una corona d’oro. Da quei festeggiamenti inizia la consuetudine dell’omaggio floreale da parte dei sorani che è cresciuto nel corso dei decenni. Ogni anno a partire dal 29 novembre  (inizio della novena) l’immagine è esposta al culto per poi essere sistemata sull’estremità di un’alta struttura che consente la sistemazione dei numerosi fiori donati da enti, scuole, associazioni e  cittadini. Negli ultimi anni, a causa della gran quantità dei fiori donati e per rispondere all’esigenza di uno spazio più idoneo, l’omaggio avviene in un apposito vano ricavato nella navata sinistra della chiesa mentre in origine si colloca nel presbiterio. Nel giorno dell’8 dicembre il tradizionale tributo all’Immacolata, espresso nel dono di fiori, si verifica in diversi Comuni d’Italia. Uno degli esempi più importanti lo troviamo a Roma dove il pontefice regnante si reca presso Piazza di Spagna a pregare davanti al monumento dedicato alla Concezione adeguatamente ornato di fiori.

In conclusione è utile menzionare l’altro evento protagonista nella chiesa di Santa Restituta sempre nel mese di dicembre. Il giorno 10 si festeggia la Madonna di Loreto e si espone al pubblico la statua lignea raffigurante la Vergine nera del secolo XVII e si effettuano dei riti specifici. Storico e di particolare interesse è il collegamento che corre tra questa chiesa sorana ed il famoso santuario mariano e che motiva un simile culto. Al 12 novembre del 1861 si ascrive infatti il documento (conservato in Santa Restituta) con cui per volere di papa Pio IX, la chiesa dedicata alla patrona di Sora, perché devotissima all’Immacolata, viene aggregata alla Congregazione della Santa Casa, “usufruendo dell’indulgenza plenaria per la remissione dei peccati”.