CRONACA

IL CICLOVIAGGIO DI GIORGIO LUCARELLI – 1623 KM IN SELLA TRA VALLI E CATENE MONTUOSE, “GIOIA PER I MIEI OCCHI E MENTE”

Dopo 18 giorni dall’inizio del suo ciclo viaggio in Islanda, Giorgio Lucarelli ha percorso 1623 Km.

“Mi trovo a Laugarvatn, a Sud-Ovest dell’isola vichinga -inizia il racconto di Lucarelli-. Sono in un bellissimo ostello. In quattro giorni sono passato da Nord, a Sud dell’Islanda, nei prossimi giorni la mia direzione tornerà a Nord, più spostato verso Ovest per visitare altri bellissimi posti.
Qualche giorno fa pedalando ancora sulla Ring Road ho attraversato un altopiano sui 350 metri s.l.m. nel Oksnadaisheidi, semplicemente magnifico! La strada saliva molto dolcemente, tra due catene montuose, ancora innevate e con tante cascatelle che scendevano a valle ad alimentare un torrente di limpida acqua. Di quà e di là’ qualche abitazione e alcune fattorie, “poggiate” su prati verdissimi. Naturalmente gioia per i miei occhi e mente. È quello che più mi piace osservare nei viaggi. Poi di colpo la strada è andata su fino ad un valico a 600 metri s.l.m con pendenze anche al 10%. Credetemi non ho accusato nessuna sofferenza fisica, nemmeno quasi mi accorgevo della salita, tanto ero immerso ad osservare, la testa si girava muovendosi a destra e sinistra. Poi giù lunga discesa con il vento a favore fino a Huaver per la nottata, nel campeggio solo la mia tenda.
Sempre più vicino alla F35, prima però ho percorso la strada sterrata 731, tra fattorie e trattori a lavoro nei campi. L’inizio della pedalata sulla strada F35 è iniziato con un bel sole e temperatura molto gradevole, per la prima volta ho viaggiato con pantaloncini e maglietta. Purtroppo il bel tempo è durato 4 forse 5 ore, poi nuovamente le nuvole a farmi compagnia. Comunque pioggia, vento, sole o qualsiasi altro fenomeno naturale non fermerà la mia ostinata voglia di vivere al meglio, nel miglior modo possibile ogni giorno del viaggio.
La F35 è una strada molto panoramica, con ampissimi spazi. All’orizzonte montagne con ghiacciai eterni, laghi e tanti tanti torrenti. La strada sale fino ai 700 metri s.l.m. Più sale e più il panorama si “apre” tutt’intorno landa artica, silenzi, montagne, montagne e ancora montagne. Ed io in cerca a trovare il posto migliore, per godere di tutto ciò, mi siedo e contemplo questo paradiso. Non è una passeggiata percorrere questa strada, si sale molto, su uno sterrato molte volte difficile e pericoloso soprattutto nelle discese per la presenza di molti sassi e sabbia.. Ho dovuto fare molta attenzione. Nonostante ciò, in discesa ho forato, per un momento la bici è diventata ingovernabile. Subito il cambio camera d’aria e di nuovo in viaggio sotto una pioggerellina che mi ha accompagnato per quasi due giorni rendendo la strada molto fangosa. Ma a me è interessato poco, bello anche in queste condizioni. Due notti ho dormito in tenda accampandomi ai margini della strada, con la simpatica compagnia di qualche pecora molto curiosa. Invece questa notte, non l’ho trascorsa tranquillo. Verso l’1,30 improvvisamente si è alzato un vento terribile, dormivo caldo nel mio sacco, ho sentito dei fortissimi strappi alla tenda, ho temuto che si strappasse il telo. Sono uscito fuori, il vento da Nord, gelido soffiava violento, per mia fortuna c’erano dei sassi molto pesanti che ho appoggiato alla base del telo (falda) poi si è calmato dopo circa mezz’ora. Tutto finito?? Macché! Alle 5,00 altre violente raffiche di vento, che ho anche filmato, ho davvero temuto il peggio. Sono rimasto “prigioniero” nella tenda fino alle 8,30 non potevo assolutamente aprire l’abside, tanta era la forza del vento. Poi, placandosi ma non più di tanto ho deciso di uscire (dovevo anche andare al bagno) per smontare con tanto disagio per riporre la tenda. Due paletti all’inizio del viaggio, già si sono spezzati per la “furia” del vento, ho dovuto fare molta attenzione.
Amici questa è l’Islanda, natura selvaggia a cui si deve molto rispetto”.