Il Velo di Maya

IL VELO DI MAYA – SOCRATE E L’EDUCAZIONE: ‘CONOSCI TE STESSO’

di Maria Caterina De Blasis

Abbiamo già avuto modo di sottolineare l’importanza della Filosofia e oggi vorremmo estendere il discorso alla conoscenza in generale e all’insegnamento. A cadenza più o meno regolare viene spesso sferrato qualche attacco alla scuola pubblica e agli insegnanti.

Non è una questione politica. La difesa dell’istruzione va al di là di ogni colore e bandiera. L’istruzione è un diritto, perché la scuola aiuta a crescere e forma. Una scuola di tutti e per tutti che non “inculchi” nozioni, ma che insegni e indichi, non una strada, ma come poter percorrere qualsiasi cammino decidiamo di intraprendere. In tutti i Paesi sviluppati, anche nelle situazioni di difficoltà economica, si investe nell’istruzione. La scuola pubblica non può essere abbandonata dallo Stato. Il Governo italiano ha il dovere di sovvenzionare e migliorare il diritto costituzionale allo studio, pilastro educativo dell’intera nazione. Altrettanto fondamentale è la libertà d’insegnamento che fa della scuola una palestra dello spirito critico, laica, pluralista, integrata, in cui i ragazzi possano allenare le loro menti al ragionamento autonomo e indipendente.

È qui che entra in gioco la filosofia, è qui che scende in campo il padre della filosofia, il maestro per eccellenza: Socrate. Il tafano di Atene (così, pare, amasse definirsi per la sua inclinazione ad inserirsi nei discorsi dei passanti e importunarli con domande insidiose) non insegnava nozioni né principi, ma incitava ad una ricerca che mettesse l’uomo in chiaro con se stesso. Ogni individuo doveva essere in grado di riconoscere i propri limiti e diventare giusto e solidale con gli altri. La sua dottrina non aveva precetti né prescrizioni, Socrate, infatti, voleva semplicemente suscitare negli altri l’interesse per la ricerca. Lungi dall’insegnare verità assolute (egli sapeva di non sapere) il suo compito precipuo era quello di aiutare gli interlocutori a partorire la verità che già avevano dentro. Non a caso il metodo socratico è stato da subito, nel dialogo platonico del “Teeteto”, definito Maieutica. Il termine, etimologicamente, indicava in greco “l’arte della levatrice” esercitata proprio dalla madre Fenarete. Come un’ostetrica, Socrate doveva aiutare gli altri in un parto intellettuale, i suoi interlocutori in questo modo venivano a conoscenza di ciò che già avevano dentro. Il Filosofo era quindi portatore di un metodo attraverso il quale favoriva il raggiungimento di una verità che veniva alla luce grazie al continuo sforzo della critica dialettica. Nel V secolo a.C. questo importante personaggio rivoluzionò l’educazione, la paideia ateniese sostenendo un’auto-educazione che doveva rivolgersi ad ogni individuo, rendendolo libero e responsabile insegnando la ricerca di se stessi prima e della verità poi. Questo deve essere il ruolo della scuola, quella con la “S” maiuscola. È per questo che deve essere aperta a tutti (gli istituti privati dovrebbero rappresentare solo un’opportunità in più, una scelta libera e non una necessità), è per questo che deve mantenere un livello sempre più elevato. Educando buoni studenti si avranno buoni cittadini. Solo con il lavoro onesto e responsabile di buoni cittadini possiamo sperare in un’inversione di rotta che porti ad una crescita reale e vantaggiosa.