AMBIENTE

ISOLA DEL LIRI – TERRICCIO E CALCINACCI SCARICATI NELL’INVASO DI TREMOLETTO


Il Monumento naturale Lungofibreno Tremoletto è stato istituito con decreto del presidente della regione Lazio il 15 febbraio 2018. Quest’area è situata nella parte est del territorio comunale di Isola del Liri, a confine con il comune di Sora, dalla quale è separata dal corso del fiume Fibreno, elemento naturale che segna i limiti territoriali ed amministrativi dei due comuni. L’invaso artificiale, che insiste sull’area di interesse, nasce ad inizio degli anni duemila per fini di salvaguardia della sicurezza pubblica ed occupa il sedime di un vecchio lago detto Tremoletto che dopo alterne vicende, è stato definitivamente bonificato al termine della seconda guerra mondiale. L’opera è stata realizzata come cassa di espansione del fiume Fibreno al fine di mitigare l’onda di piena ed evitare alluvionamenti a valle. Questo monumento naturale confina da un lato con la strada, via Lungofibreno, che la separa dal fiume, su due lati con colle Minghitto e sull’ultimo lato con terreni ad uso agricolo. Originariamente il luogo era un vero e proprio lago, prosciugatosi con il tempo e divenuto successivamente opera idraulica come scolmatore del fiume Fibreno. Grazie alle caratteristiche geomorfologiche dell’area, il luogo è diventato habitat naturale per molte specie stanziali di avifauna. Negli ultimi anni poi hanno trovato ospitalità numerose specie di uccelli migratori trasformando il luogo in un’area naturale di sosta per animali nei lunghi viaggi di sosta. Forse qualcuno, ha pensato bene di trasformare il luogo decretato come “monumento naturale” anche in deposito, speriamo temporaneo, di terriccio e calcinacci. Visto il decreto del presidente della regione, vista la legge regionale 06/10/1997 n°29 e cioè norme in materia di aree naturali protette regionali, decretato il divieto di applicare l’apertura o l’ampliamento di cave e discariche, visto l’affidamento della gestione dato al comune di Isola del Liri, in virtù di quanto si evince anche dalle foto che comprovano lo scarico di terriccio e calcinacci sul sito la domanda all’amministrazione comunale sorge spontanea: ma ciò che è stato fatto si poteva fare?

L.R.