FATTI AD ARTE

LA VITA DI SAN PIO RACCONTATA DALL’ARTISTA RUPNIK

di Stefano Di Palma

La decorazione musiva della cripta del santuario di san Pio è frutto della creatività dell’artista Marko Rupnik; le opere seguono il percorso che permette l’accesso al luogo in cui sono custodite le spoglie del frate di Pietrelcina.

All’inizio il pellegrino trova due frasi che richiedono una certa concentrazione nella lettura; questi testi invitano a rallentare il passo e a prendere coscienza della vita nuova ricevuta con il Battesimo. Successivamente tre scene riassumono altrettanti punti fermi della storia della salvezza. Si tratta dell’Annunciazione, della Natività e della Crocifissione; il devoto è poi accompagnato verso la cripta dalle 32 scene che, l’una di fronte all’altra, condensano alcuni episodi della vita di san Francesco e del suo illustre discepolo san Pio.

Queste opere si caratterizzano per l’uso di iconografie semplici ed efficaci (nelle quali spiccano sempre gli sguardi dei protagonisti resi intensi dagli occhi grandi e profondi), nonché delle gamme cromatiche chiare, i guizzi di luce negli sfondi, l’uso diligente dei materiali e la studiata corrispondenza tra gli episodi desunti dalle vite dei due santi. Stimoli retinici e spirituali sollecitano così il fedele chiamato a mettersi in comunione con i due celebri intercessori approfondendo tutti i grandi passaggi della vita spirituale, fino a giungere, anche lui, a una più integrata vita in Cristo.

Il senso della rampa di accesso è spiegata dallo stesso artista proprio in questi termini, ossia come luogo in cui entrare in comunione con i due santi e l’esempio di come si vince su tutti gli scogli, le tentazioni e le illusioni della vita per giungere in Cristo (M. RUPNIK, 2009).

Si scorgono così, nel gioco delle corrispondenze, scene come: san Francesco sulla soglia del santuario di san Michele a monte sant’Angelo – san Michele che benedice san Pio; san Francesco tentato dal diavolo – san Pio bastonato dal diavolo che viene consolato dal Bambino Gesù; san Francesco manda i frati a predicare la penitenza e la misericordia –  san Pio nel confessionale.

Con le battute finali di questo racconto si giunge alla porta di accesso della cripta contrassegnata dai simboli cosmici del sole e della luna e nella quale compare la stella a otto punte che annuncia l’ottavo giorno, la nuova creazione. La sacralità di questo passaggio nell’ambiente che ospita la tomba del santo è sottolineata dalla scena raffigurata sopra la porta, ossia la solenne discesa di Cristo agli inferi raffigurato, come da tradizione, mentre solleva Adamo ed Eva dall’oblio della morte.

Dalla porta si accede nel cuore pulsante del luogo di culto dove il cielo d’oro (eseguito con tessere ricavate dagli ex voto dei pellegrini) sapientemente amplificato nei suoi riflessi dal sistema d’illuminazione, abbaglia, con un forte impatto, la vista del fedele; si è creato così uno spazio di luce che vorrebbe richiamare nella memoria il Paradiso, il cielo che è la vera patria di ogni battezzato.

Nella parete curva che delinea la spazialità della cripta, Rupnik inserisce alcuni episodi tratti dalla Sacra Scrittura scelti per il loro contenuto teologico e spirituale ed intesi come fondamento e compimento agli episodi della vita di san Francesco e di san Pio. Tutte le caratteristiche tecniche e linguistiche ricordate per le precedenti opere trovano massima espressione anche in questo ambiente. Alcuni brani risultano di particolare potenza visiva come quelli che riguardano la Resurrezione, la guarigione del lebbroso, il perdono della donna adultera e particolarmente il Cristo inchiodato alla croce. Pochi ma di grande impatto sono i colori che predominano in queste composizioni: l’oro lucente, l’avorio, il blu ed il rosso.

Questi colori tornano nella principale illustrazione della cripta che si estende sulla colonna centrale intesa, oltre che come elemento strutturale di primaria importanza per l’edificio, come richiamo allo stesso Cristo. A destra si scorge il solenne Pantocratore benedicente e con il libro aperto sul quale si legge: “Io sono la Vita”, mentre a sinistra un angelo offre una fiaccola accesa che non si spegne mai e rende testimonianza all’eterna Pasqua di Cristo.

Al centro della colonna si scorge il sarcofago che contiene il corpo di san Pio visibile attraverso un’apertura che richiama la ferita del costato di Cristo; si tratta di una simbologia che aderisce alla tradizione francescana, molto cara anche a san Pio, di consigliare alle persone di affidarsi al costato ferito del Signore (M. RUPNIK, 2010).

 

 

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