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LIRI NAVIGABILE, L’ASSOCIAZIONE WILDERNESS: “NON VORREMMO DOVER DIRE: AVEVAMO RAGIONE”.

A firma di Bruno La Pietra, riceviamo e pubblichaimo la seguente nota:

Il Coordinamento di ben 83 associazioni contro il proliferare di nuove centraline elettriche lungo il corso dei fiumi e torrenti, al quale anche l'Associazione Italiana per la Wilderness ha dato la sua adesione, ha redatto un documento inviato al governo. In esso si chiede il blocco di tali iniziative mediante il diniego ad ogni nuova richiesta di concessioni e così per i cosiddetti "incentivi" per favorire tali opere. Il documento è stato presentato in una conferenza stampa tenutasi il 28 ottobre presso la Camera dei Deputati.

Tale iniziativa, che fa parte della politica ambientalistica dell’Associazione della quale mi onoro di essere Presidente, trova immediata coincidenza a Sora. Ci sono alcuni ambiti di intervento rispetto ai quali la politica intesa come arena dialettica deve sottomettersi ad altri interessi, ad altri obiettivi, farsi voce sincera dell’intera collettività. Il caso dello sbarramento sul fiume Liri è uno di questi ambiti.

Per la prima volta ci si sente impauriti delle possibili conseguenze che un tale intervento potrebbe produrre in città. Quando il 3 aprile di quest’anno, durante una seduta straordinaria del consiglio comunale, furono rivolte al tecnico comunale precise richieste riguardo le modifiche che tale intervento avrebbe causato all’alveo del fiume non si ottennero risposte rassicuranti.

La realizzazione pratica di quel progetto, che ormai è sotto gli occhi di tutti, risveglia quelle paure e le alimenta per alcune difformità rispetto a prescrizioni che sembravano dettate dal buon senso oltre che da presupposti tecnici.

Infatti balza agli occhi di ognuno che l’alveo del fiume è stato ridotto nella sua sezione.

Questo è un dato di fatto inoppugnabile e difficilmente si potrà rimediare ad un intervento così invasivo se non in maniera drastica.

In tempo di alluvioni e esondazioni imprevedibili ci sembra assurdo voler intervenire non in un’opera di contenimento di eventuali fenomeni straordinari ma, al contrario, in senso opposto.

In favore di cosa poi….

Speriamo che ci si renda conto in tempo delle possibili conseguenze che tale realizzazione potrebbe causare e che nessuno vuole augurarsi. Non vogliamo trovarci nelle condizioni drammatiche di voler dire:”avevamo ragione”. Sarebbe una vittoria di Pirro.

Forse l’ennesima. Ma qui non si tratta di avere ragione.

Il problema è la sicurezza dei cittadini e del territorio che devono essere obiettivo principale al di là di ogni retorica politica, al di là di ogni interesse professionale o personale, oltre la testardaggine ottusa di chi vuole difendere l’indifendibile.