CULTURA E INTRATTENIMENTO

LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT – RECENSIONE

Visto per voi da Mafaldinya 🙂

Lo chiamavano Jeeg Robot – film diretto da Gabriele Mainetti e scritto da Nicola Guaglianone e Menotti

Non pensavo di andare a vederlo. E che vi devo dire? Non mi erano piaciuti i trailers!

Invece, non solo sono andata, ma mi è anche piaciuto molto.

Come dire, non giudicare mai un libro dalla copertina e un film dal suo promo.

La storia è piuttosto sopra le righe. Surreale quanto basta, decisamente sospesa tra realtà e fantasia, esilarante in qualche passaggio, crudele in altri, tenero e cinico nello stesso tempo. L’eterna lotta tra il Bene e il Male…cosa altro altrimenti?

Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un uomo solitario e cupo. Un delinquentello come se ne trovano tanti. La sua vita si dipana tra furtarelli, fughe precipitose nelle straduzze del quartiere di Tor Bella Monaca a Roma e un degrado che lo colloca tra gli ultimi. Diventato supereroe per caso, scopre i suoi superpoteri e ne approfitta per piazzare un paio di colpi da maestro. Le sue rapine sono talmente straordinarie, che le gesta di questo forzutissimo ladro, fanno il giro della rete. Da quel momento, la sua vita cambia radicalmente. È una svolta improvvisa e imprevista che lo trasformerà profondamente e che darà un nuovo senso alla sua vita.

La sua storia si intreccia con quella di Alessia (Ilenia Pastorelli), una ragazza romana, una borgatara semplice ed estremamente vulnerabile che, per sfuggire ad un passato di abusi, si è rifugiata nel mondo avventuroso degli anime giapponesi. La giovane donna-bambina identifica Enzo con Hiroshi Shiba, l’eroe di Jeeg Robot d’acciaio e, convinta che lui sia venuto a salvarla, si affida completamente a lui.

Sulla strada di entrambi Lo Zingaro (Luca Marinelli), un delinquente cinico, crudele e folle che, ossessionato dalla bramosia dell’apparire e dalla fame di potere, mal digerisce l’intromissione di Enzo nei suoi affari e la popolarità di Jeeg. È un antagonista inquietante, dall’identità ambigua. Un cattivo per eccellenza, il capo di una banda di delinquenti di bassa lega, che egli non esita a sacrificare quando tentano di sottrarsi al suo potere.

Sullo sfondo una guerra cruenta tra bande. Non rivelo di più. Solo un accenno a Roma, protagonista indiscussa anche nel degrado dei suoi luoghi più abbandonati.

I tre protagonisti, attorniati da una ridda di altri personaggi malavitosi, sono eccezionali e convincenti. In particolare, mi è piaciuta l’interpretazione di Ilenia Pastorelli, che ha saputo intenerirmi ed emozionarmi. Credo sia lei il motore emotivo dell’intero film. L’ ex gieffina ha saputo combinare insieme l’innocenza di una bambina d la fragilità di una donna abusata, alternando momenti divertenti, scanditi da un marcato romano, a momenti più malinconici.

Si va via dalla sala, accompagnati dalla la voce di Claudio Santamaria che canta “Jeeg va, cuore e acciaio, Jeeg va…”. Non si può fare altro che accompagnarlo nel canto, aspettando il sequel della storia.