Notizie

LO SAPEVATE CHE… IL 23 MAGGIO LA DATA DEL RISCATTO DI UN PAESE

Lo sapevate che… il 23 maggio, Giornata della Legalità, diventa emblema della rinascita di un Paese. Trenta anni fa, il 23 maggio 1992, il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani vengono uccisi dalla mafia a Capaci, lungo l’autostrada che da Trapani porta a Palermo.

Dopo meno di due mesi, ancora sangue sulle strade siciliane. Questa volta l’esplosivo è destinato a Paolo Borsellino e agli uomini della sua scorta, i poliziotti Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi e Claudio Traina nell’attentato in via D’Amelio.

Davanti a questa violenza efferata, l’Italia intera, con le istituzioni, la società civile, reagiscono con forza urlando dalle piazze il “NO” alla prepotenza dei boss di Cosa nostra, mentre lo Stato si muove con nuove leggi antimafia e un impiego colossale di uomini e mezzi. Tutto ciò segna l’inizio di un’era nuova e dal 1993 la Fondazione Falcone ricorda il sacrificio di Giovanni Falcone e di tutte le vittime della mafia con manifestazioni, convegni e cortei. Dal 2006, insieme al Ministero per l’Istruzione, organizza un evento a cui partecipano migliaia di studenti e docenti italiani: il 23 maggio una nave, la Nave della Legalità, porta a Palermo ragazze e ragazzi delle scuole di tutto il Paese.

Inoltre, oggi, per celebrare il trentennale dalla strage, Palermo ospita 1.400 lenzuoli realizzati da 1.070 istituti scolastici che hanno accolto l’appello del Ministero dell’Istruzione e della Fondazione Falcone, lanciato attraverso il bando #LaMemoriaDiTutti. Rita Atria, Peppino Impastato, Don Pino Puglisi, Libero Grassi, Pio La Torre, Lia Pipitone, Piersanti Mattarella, Rocco Chinnici: studentesse e studenti nelle scorse settimane hanno approfondito la storia di alcune donne e uomini uccisi dalla violenza mafiosa e hanno decorato i lenzuoli bianchi – che i palermitani usarono nel 1992, all’indomani delle stragi, per dimostrare la loro ribellione – con illustrazioni e messaggi derivanti dalla loro riflessione.