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MASSIMO ASCIONE: COSI’ COME NON LO AVETE MAI VISTO

Il Massimo Ascione che non ti aspetti,  scende dall’aereo e irrompe nell’aula consiliare.

In una giornata triste, in cui la politica ha perso  il suo ruolo e qualcuno la faccia, il consigliere comunale di opposizione, in una sola seduta, fa quello che, per tre anni, tutti hanno aspettato.

La sua è stata una sorpresa. Gradita, naturalmente. Sorprendente è stata la sua decisione di esserci. Inaspettato il modo in cui è riuscito a far pesare a tutti la sua presenza. Mai, prima, Massimo Ascione aveva brillato tanto. Ed ha scelto un momento topico.

La sua storia comincia oltreoceano. In Canada a raccogliere fondi per il restauro della Madonna delle Grazie, prima di partire, aveva chiesto rassicurazioni sulla data dello svolgimento del Consiglio comunale in cui si sarebbero decise le sorti dell’amministrazione: non prima del 29 Settembre, data del suo rientro. Le cose, poi, sono andate come tutti sanno, con una Conferenza dei Capigruppo che – complice l’assenza di qualcuno e lo strategico ritardo di altri che non dovevano esserci e poi sono arrivati – ha deciso di tenere il Consiglio il 26.

E Ascione? “Non tornerà mai” è stata l’idea dei più, nonostante la sua assenza/presenza fosse necessaria per svelare l’inciucio in corso.

Eh sì, perché, nel frattempo, gli stessi che avevano negato, giurato e spergiurato  – leggasi il consigliere comunale del Pd Enzo Petricca e il suo segretario di partito Tiziana Tucci – come folgorati sulla Via di Damasco, ma in realtà all’opera sul salto della quaglia già da settimane, decretavano ufficialmente l’apertura di credito all’amministrazione Tersigni, salvando chi sembrava morto.

A conti fatti, l’assenza di Ascione avrebbe consentito al neo componente della maggioranza finanche di nascondersi dietro una più rassicurante astensione, almeno per cercare di salvare la faccia. Ha parlato di ‘coraggio’ il consigliere Petricca. Eh sì, ne ha avuto, ma non nei termini in cui egli stesso, con grande difficoltà e tenendo per lo più la testa bassa, ha voluto giustificare – peraltro con scarso successo e insufficiente persuasione – il balletto da qui a là, dalla posizione di oppositore a quella di soccorritore. Insomma, è salito sul carro – o la canoa? – dei vincitori. Ma la città ha perso. Scivoloso e inconsistente il passaggio sulla necessità di salvare l’ospedale e riconquistare un ruolo in Provincia. Un bla bla bla che non ha convinto nessuno ed ha fatto rivoltare una parte del partito, locale e non.

Ma torniamo ad Ascione. Tutti lo facevano nella terra della foglia di acero. E lui, zitto zitto, ha lasciato che tutti lo credessero. Invece, ha cambiato il biglietto, ha anticipato il suo rientro ed è atterrato sul suolo natio quattro ore prima dell’inizio del Consiglio. Solo allora ha avvisato gli amici. “Sono tornato”. Puntuale, alle 17.00, si è fatto trovare al suo posto. Ha distribuito gadget ai consiglieri: palline antistress, che un po’ tutti hanno maneggiato durante la seduta. Dal suo scranno, parole di orgoglio, toni forti, un continuo rimbeccare alla neo maggioranza. Alla faccia del jet lag! Convincente come non lo era mai stato, strappando addirittura uno spontaneo applauso tra il pubblico presente.

Chi sale e chi scende. Non ci sono solo poltrone nella vita. Ma qualcosa che si chiama dignità. Che non tutti hanno l’onore di saper custodire.

Sandra Raggi