CRONACA

MAZZETTA SUL MORTO, TRE AI DOMICILIARI

A seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Frosinone ed encomiabilinente sviluppate dai Carabinieri dalla Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Frosinone, è stata emessa, dal G.I.P. del Tribunale di Frosinone, misura cautelare di arresti domiciliari nei confronti di tre persone dipendenti della locale Azienda Sanitaria, di cui due operatori tecnici-necrofori ed una ausiliaria specializzata, indagati per il reato di Concorso in Concussione continuata.

Le indagini, coordinate dal dottor Antonio R. L. Guerriero, sono iniziate nel mese di dicembre 2019, a seguito di attività informativa riguardante presunte illegittime richieste di denaro da parte degli operatori della camera mortuaria nei confronti delle agenzie di onoranze funebri. I Carabinieri formalizzavano la denuncia del responsabile di una nota ditta funebre locale, che dichiarava di essere vessato, da molti anni e costretto a devolvere, sotto forma di regalie, somme di danaro ai citati operatori, in cambio del loro imposto aiuto nella gestione della salma.

Il denunciante rappresentava, altresì, che analoghe richieste erano state effettuate anche ad altre agenzie funebri i cui titolari, al solo fine di evitare che venissero attuati espedienti per rallentare lo svolgimento del servizio funebre erano costretti a pagare una somma che variava dai 20 ai 50 euro, fino a raggiungere talvolta 100 euro a salma, importo ormai denominato nel loro ambiente come “il caffè” e che nella struttura ospedaliera di Frosinone vengono gestiti tra i 1000 e i 1200 decessi l’anno. Le successive attività investigative facevano emergere ulteriori riscontri ritenuti fondati dal GIP di Frosinone e tali da indurlo ad emettere la misura degli arresti domiciliari nei confronti di tre persone indagate dei reati di concorso in concussione continuata. Sono state eseguite perquisizioni presso le rispettive abitazioni dei tre arrestati, nell’ufficio della camera mortuaria di Frosinone e nei locali attigui.

Il comunicato viene effettuato, nel rispetto del D.Lgs. n. 106/2006 come modificato dal D.Lgs. n. 188/2021, in quanto ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico che lo giustificano per la particolare rilevanza pubblica dei fatti oggetto degli accertamenti e per le esigenze costituzionalmente tutelate connesse al diritto all’informazione al fine di fornire notizie in modo trasparente e rispetto dei diritti degli indagati e delle parti offese. Ai sensi dell’art.27 della costituzione la responsabilità o meno dei tre indagati per i reati in precedenza indicati verrà stabilita solo all’esito di giudizio definitivo della magistratura. (dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone) – foto ilturista.info –

AGGIORNAMENTO – Sulla vicenda è intervenuta la manager della Asl, Pierpaola D’Alessandro. Ecco la nota: Mi preme anzitutto ringraziare le Forze dell’Ordine e la Procura di Frosinone per il lavoro svolto. I fatti che oggi sono accaduti sono gravi e non tollerabili. La Direzione Medica di Presidio, assieme alla Sanitaria, ha rafforzato, sotto questa Direzione Strategica, le misure di prevenzione in camera mortuaria e continueremo a batterci per imporre la cultura della legalità nella nostra Azienda. Sul fronte delle responsabilità individuali degli operatori tecnici coinvolti agiremo senza indugio. Da sempre rimarchiamo che onestà, legalità e dignità professionale, devono guidare l’azione di tutti i nostri dipendenti e offriremo sempre la massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria per limitare il fenomeno dell’infedeltà alla Pubblica Amministrazione. Vogliamo evidenziare come siano sono solo tre gli operatori coinvolti e non la totalità degli addetti alle camere mortuarie. A coloro che agiscono in maniera onesta e fedele va tutto il nostro sostegno.