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OPERAZIONE ANTIDROGA “JACKSON FIVE”, 14 ARRESTI E 6 DENUNCE: ECCO I NOMI

Alle prime luce dell’alba, personale della Polizia di Stato ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere e sei denuncie a piede libero nei confronti di altrettanti responsabili di un sodalizio criminale dedito alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante nell’area centro-nord del capoluogo.

L’inchiesta nasce circa due anni fa, a seguito del rinvenimento, presso l’abitazione di Maurizio FERRARI,  un insospettabile carrozziere di Borgo Bainsizza, di un ingente quantitativo di droga, circa di 1.5 chilogrammi di cocaina e 1.7 chilogrammi di hashish. Lo stesso, tratto in arresto, veniva condannato alla pena di anni sei di reclusione.

Le prime mosse investigative passano attraverso l’intercettazione di conversazioni tra Maurizio Ferrari e suoi “clienti”, per poi passare ad articolate attività consistenti anche in intercettazioni ambientali, da cui è emerso un vivace ed articolato traffico di sostanze stupefacenti.

A finire in manette nell’operazione sono stati:

–          BUSANELLO ORAZIO, del 1978;

–          DI SILVIO MARIA GIUSEPPINA, del 1979;

–          MILANI GIACOMO, del 1985;

–          CASTELLUCCI ANDREA, del 1973;

–          CASTELLUCCI GIANLUCA, del 1978;

–          LORELLO GIANLUCA, del 1974;

–          VISINI ANTONIO, del 1978;

–          ROSCILLI MAURIZIO, del 1971;

–          FIENI GIANLUCA, del 1981;

–          DALLA LIBERA PAOLO, del 1985;

–          DE LENARDIS GABRIELE, del 1972;

–          ZAMPIERI DAVIDE, del 1972;

–          MILITO GRAZIANO, del 1974;

–          MARCOTULLI STEFANO, del 1982.

Denunciati a piede libero e sottoposti all’obbligo di presentarsi alla Polizia Giudiziaria sono invece:

–          D.F.G., del 1970;

–          R.S., del 1971;

–          D.A.D., del 1980;

–          T.S., del 1986;

–          R.D., del 1975;

–          I.I., del 1986.

Le indagini hanno permesso di appurare come i soggetti fossero stabilmente dediti all’attività di spaccio, che, in molti casi, rappresentava l’unica fonte di sostentamento.

Si tratta di personaggi considerati particolarmente pericolosi, in considerazione dell’elevato numero di richieste quotidiane di cessioni, dall’alta disponibilità di cocaina e hashish, nonché dall’elevato numero di contatti verificatisi nell’ambito di una ristretta area geografica, della possibilità di avvalersi di un canale di approvvigionamento sempre reperibile.