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QUADRINI: “ORTOPEDIA E’ IN CHIUSURA…MA NON FATELO SAPERE IN GIRO”.

Da Gianluca Quadrini, capogruppo di Forza Italia al Comune di Arpino, riceviamo e pubblichiamo:

“Qualche settimana fa avevamo osservato che le “nervose” reazioni della dirigenza ASL nei riguardi delle  manifestazioni spontanee da parte di comitati e cittadini, compresa la raccolta firme, facevano pensare al fatto che cittadini ed operatori sanitari non avessero tutti i torti a temere per il futuro dell’Ortopedia di Sora e che la stessa dirigenza non gradisse che si chiamassero le cose con il loro vero nome: chiusura? Non ditelo nemmeno per scherzo, guai a chi osasse pronunciare l’orribile parola! E come la dovremmo chiamare la pratica in atto da svariati mesi di sottrarre, senza giustificato motivo apparente, gli interventi a Sora per dirottarli altrove oltre che il depotenziamento lento ed agonizzante della stessa struttura di ortopedia, e questo beninteso anche dopo l’intervento del Ministro Lorenzin e di tutta la pletora di politici che l’hanno accompagnata, pensa un po’…..Ebbene le “defezioni della struttura” sono continuate e continuano tranquillamente; ma comunque tutto questo poco importa, ormai siamo al capolinea. Ma comunque non vi fate ingannare: non si chiama chiusura, si chiamerebbe “rifunzionalizzazione”. Anche gli inviti, in corso già da qualche tempo, rivolti a gran parte degli operatori a chieder trasferimento altrove, non si fan mica perché si chiude! Ma no: si rifunzionalizza!

Ora il problema non è che noi stupidi cittadini della Media Valle del Liri non ci rendiam conto che il mantenimento di un sistema ospedaliero ottimale come quello che avevamo sia insostenibile. E’ evidente a tutti che questo sistema in mano a politici e/o affaristi ha ridotto l’Italia intera in mutande ed il forte vento che soffia obbliga il popolo (le classi dirigenti e i soliti furbi restano naturalmente esentate dal pagar dazio) a dolorose rinunce persino in termini di perdita di diritti fondamentali come quello alla salute. E’ chiaro che i piccoli ospedali non potranno più esser generalisti: ci si è assuefatti a veder con scandalo una cosa simile; che spreco! Poi magari ben altri sprechi (che però, anziché a molti, hanno il pregio di esser utili a pochi) continuano ad avvenire tranquillamente e senza scandalo alcuno.

La nostra preoccupazione è che alla fine il progetto di una politica miope di sinistra è quello di trasformare il Nosocomio in realtà talmente specialistica, a parole, che nasconda invece la volontà di lasciare a Sora una mega RSA punto e basta. Non c’è un progetto che veda Sora protagonista per una specialità clinica vera e propria, e pensiamo che in un ottica di comprensorio policentrico l’Ortopedia Sorana e la sua solida tradizione avrebbero meritato un po’ di rispetto in più; il paventato smantellamento di un pezzo importante come l’ortopedia, ci spiegano gli esperti, non può non preludere ad un effetto domino di depauperamento degli altri reparti, in primo luogo di pediatria, che in tanti vaticinano sarà la prossima a saltare, magari dopo il pensionamento di qualche altro medico come già accaduto ultimamente.

Ripetiamo non c’è progetto di nulla che abbia a che fare con un efficace presidio per la salute, non diciamo per i territori circostanti, come era prima questa Gloriosa Istituzione,  ma nemmeno per gli stessi sorani ed altri cittadini del circondario; ad esempio c’è qualcuno in grado di poter affermare con certezza se almeno si potrà contare su un pronto soccorso all’altezza di poter sopperir almeno in parte al micidiale ridimensionamento della struttura nel suo complesso? O ci possiamo mettere in testa che ogni contuso, ogni ferito anche non troppo grave dovranno partire direttamente per Frosinone, ammesso che si arrivi vivi e si trovi posto?

Rinnoviamo l’invito, oltre naturalmente che a tutte le altre espressioni della società cittadina, anche a tutti i parlamentari Regionali e nazionali di Frosinone, proprio perché li vogliam sentire “nostri”, abitanti della Media Valle del Liri come noi, interessati al bene comune al di là del senso di appartenenza politica, a riprender con energia rinnovata e facendo uso di tutto la loro forza di consenso, una battaglia difficile ma come nessun altra suscettibile a condizionare il passaggio alla storia patria dalla parte dei benemeriti piuttosto che dei dilapidatori.

Non si può pensare che questa battaglia sia il problema di alcune decine di ospedalieri, che oltre a non poter esporsi, alla fine un trasferimento lo potrebbero vedere pure come una liberazione da una condizione di mortificazione professionale, dovendo fra l’altro convivere con colleghi le cui soddisfazioni di carriera appaiono in singolare armonia con i piani riordino dettati dalla dirigenza politica regionale. Questa è una battaglia di tutti gli abitanti della Media Valle del Liri, quelli che c’erano e che non c’erano, ma soprattutto una battaglia per quelli ancora non ci sono perché non sono ancora nati”.