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QUOTE DEPURAZIONE, CODICI, AUT AUT ALLA REGIONE: AZIONE RISARCITORIA SE NON VERRANNO RESTITUITE LE SOMME ENTRO 120 GIORNI

Dal Dipartimento Comunicazione Codici riceviamo e pubblichiamo:

Il Tar invia gli atti alla Corte dei Conti per accertare il danno erariale in capo a Regione e Ato 5.

Da anni Codici si batte per i disservizi idrici che riguardano i Comuni laziali, tra cui Frosinone. Oggi è stata segnata un’ulteriore tappa verso quella che è stata la lunga battaglia per la restituzione delle quote di depurazione. “Siamo soddisfatti del risultato odierno, un passo avanti verso il ripristino della giustizia – commenta Ivan Giacomelli, Segretario del Codici – Ma continueremo ad impegnarci finchè ogni singolo cittadino si vedrà restituite le quote. Quindi ci rivolgiamo direttamente alla Regione Lazio: siamo pronti ad avviare un’azione risarcitoria se entro 120 giorni non verranno restituite le somme ai cittadini”.

Del resto, è proprio l’ultima sentenza del Tar che decreta che entro 120 giorni il Commissario ad acta dovrà concludere le operazioni per la restituzione delle quote di depurazione.

Da anni Codici lotta contro le falle di un sistema idrico che fa acqua da tutte le parti e l’immobilismo della Regione, che non ha effettuato alcuna azione concreta per risolvere la situazione. Queste le maggiori criticità che i cittadini lamentano almeno dal 2005:
· Distacchi delle utenze, che provocano disagi elevatissimi.

· Fatture con importi spropositati, causate da anni di mancate letture e da conguagli calcolati su stime autoprodotte, senza alcun riscontro effettivo.

· Consumi in eccesso.

· Fatture in conto stimato.

· Gestione della fatturazione con modelli di calcolo e gestionali non certificati.

· Mancati adeguamenti triennali della tariffe.

Una situazione molto grave di per sé, a cui si aggiunge appunto quello della mancata restituzione delle quote di fognatura e di depurazione: dalle ultime rilevazioni risultava che erano più di 60.000 le utenze aventi diritto alla restituzione delle somme per la mancata fruizione del servizio. Una faccenda non da poco, visto che gli importi di restituzione possono variare da poche decine a migliaia di euro, a seconda del tipo di utenza.
Eppure la legge in proposito è molto chiara: il cittadino ha diritto a non pagare alcun canone di depurazione laddove questo non fosse garantito o comunque non adeguatamente funzionante. A stabilirlo è stata una sentenza della Corte Costituzionale, la 335/2008 che sanciva, inoltre, il diritto al recupero di quanto versato al luglio del 2008.

Oggi il problema riguarda diverse province, tra cui appunto anche Frosinone. E proprio a Frosinone i cittadini hanno sempre più spesso lamentato, oltre che rincari e disservizi, anche la mancanza di un piano di gestione congruo da parte di Acea Ato 5. In questo contesto si colloca la battaglia del Codici contro i disagi che l’utenza è costretta a subire continuamente, battaglia che non smetterà di essere combattuta dall’Associazione fino al completo ristabilimento di una condizione di giustizia ed equità per tutti i cittadini interessati.

Ora la sentenza pronunciata dal Tar dà una concreta prospettiva a tutti i cittadini che sono ancora in attesa delle quote di depurazione. Ma la vicenda non finisce qui, perché lo stesso Tar ha anche inviato gli atti alla Corte dei Conti per accertare il danno erariale in capo a Regione Lazio e Ato 5. Il motivo di ciò deriva da quello che per l’Associazione sembrerebbe un comportamento di totale immobilismo da parte della Regione, che non ha provveduto, come di dovere, a dare esecuzione della sentenza del TAR del 2012 che condannava l’AATO 5, la Regione e il Ministero a predisporre gli atti per restituire la quota di depurazione. Anche nonostante il TAR di Latina avesse anche espresso giudizio di ottemperanza per la mancata applicazione della sentenza del TAR che condannava l’AATO 5, la Regione e il Ministero a predisporre gli atti per restituire la quota, è stato più che totale l’immobilismo della Regione. Ma perché questa inerzia? Quali sono gli interessi in gioco in tutto ciò? Anche stavolta, come sempre purtroppo succede, a pagare lo scotto di decisioni sbagliate sono sempre i cittadini, che continuano a subire le inefficienze di un sistema idrico pieno di falle.