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ROSALBA DI VONA, LETTERA A GILBERTA PALLESCHI

Da Rosalba Di Vona riceviamo e pubblichiamo:

Ciao Gilberta,
da donna a donna ti sto scrivendo, ho voglia di dirti quanto dolore e quanta tristezza sono nel mio cuore, ma le parole si accavallano nella testa, sono in un turbinio, non riesco a dare loro la giusta collocazione, sono ancora troppo scossa per le notizie che leggo. E’ terribile ciò che hai subito, è vergognoso il modo in cui quella bestia ti ha trattato.
Possiamo ancora considerarci esseri umani? Quanto hai sofferto Gilberta? Quanto è durata la tua agonia? La realtà, sarà sepolta con te, noi, possiamo solo immaginarlo.
Una semplice passeggiata veloce, si è trasformata in tragedia proprio il giorno di Ogni Santi, magari chissà, ora sarai tra Loro ed avrai pena di questa miseria umana che va sempre più alla deriva. Ora, quel giorno resterà nel cuore di tutti i sorani e non solo, che hanno pregato per te.
La dignità della tua famiglia , della tua povera mamma in primis, di tuo fratello e tua cognata, la dignità dei tuoi nipoti, saranno l’orgoglio di noi sorani.
Giorni fa avevo scritto questo pensiero che vedi tra virgolette, ora è per te, Gilberta.
…“Ormai non c’è giorno che i media non parlino di violenza contro le donne, una triste realtà sempre esistita, ma che negli ultimi tempi e, per fortuna, è al centro dell’attenzione pubblica. Ci vantiamo di esserci civilizzati e di essere sempre più tecnologici, ma sorvoliamo il fatto che siamo sempre meno civili. Il problema che non tutte le donne trovino la forza ed il coraggio di denunciare le violenze subite ( non si sentono sufficientemente protette?) è gravissimo e certamente non aiuta. Alle donne In passato non era concesso neppure esporre idee, non era loro consentito avere cultura e venivano considerate nullità rispetto all’uomo. Ora sono cambiate in positivo alcune condizioni, ma restano ancora molti nodi da sciogliere. Per raggiungere lo stato attuale molto si è lottato eppure, certi fenomeni restano, tanto che, la violenza maschile sulle donne è un argomento che continua a far paura. Siamo portati a sottovalutarlo. Fino a qualche anno fa, in Italia, chi uccideva la moglie per gelosia se la cavava con pochi anni grazie al così detto “ delitto d’onore” una vergogna tutta italiana. Oggi, anche se giuridicamente questa formula non esiste più, i media sminuiscono il fatto facendolo passare come momento di gelosia e raptus. Tutto questo non ci fa certamente onore…“
Ciao Gilberta, dà forza ai tuoi affinché superino questo immenso dolore. Ciao Un bacio.
Rosalba Di Vona