Fede

IL SANTO DEL GIORNO – SAN MARTINO DI TOURS

L’11 novembre la Chiesa celebra San Martino di Tours. Nato nel 316 o nell’anno successivo, a Sabaria, nell’odierna Ungheria, Martino trascorse l’infanzia a Pavia, dove il padre era stato inviato in qualità di soldato. Mentre la famiglie era pagana, lui decise di convertirsi al cristianesimo. Intrapresa la carriera militare, continuò a seguire gli insegnamenti del Vangelo. Secondo la leggenda, nel rigido inverno del 335, Martino nel corso di una ronda ad Amiens, incontrò un mendicante seminudo e, commosso dalla sua sofferenza, decise di dividere in due parti il suo mantello militare e di donarne metà al povero mendicante. Immediatamente il clima cambiò: uscì il sole, la pioggia smise di cadere, si placò il vento e la temperatura divenne improvvisamente più mite. La notte successiva, inoltre, Martino sognò Gesù rivestito proprio della metà della clamide donata al mendicante, che disse presentandolo ai suoi angeli “Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito”. Al suo risveglio, Martino trovò il mantello nuovamente integro (poi conservato come reliquia).

Lasciato l’esercito, si recò dal vescovo Ilario, a Poitiers, che lo battezzò e in seguito lo ordinò sacerdote. In seguito, Martino raggiunse le regioni centrali dell’Illiria al fine di convertire la madre. Tornato in Italia decise di organizzare un eremo a Milano, venendo però allontanato dal Vescovo della città. Nel 360 ebbe l’approvazione del vescovo Ilario per poter realizzare la sua vocazione ascetica, ritirandosi in un eremo poco fuori da Poitiers. Qui trascorse 15 anni, studiando le Sacre Scritture e facendo un’intensa opera di apostolato insieme ad alcuni seguaci. Nel 372 venne consacrato Vescovo di Tours. Morì a Candes l’ 8 novembre del 397 e l’11 furono celebrati i funerali.

Ribattezzato l’apostolo delle Gallie, divenne patrono dei re di Francia e, allo stesso tempo, oggetto di venerazione negli strati più umili della popolazione. Il suo mantello fu custodito dai sovrani merovingi e carolingi, che ne fecero una vera e propria reliquia da usare sui campi di battaglia per spingere i soldati a battersi nel suo nome. Patrono dei soldati, dei viaggiatori e dei mendicanti, secondo la tradizione è anche ritenuto il patrono dei traditi.