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SGOMENTO PER LA MORTE DI PEPPE MARTELLACCI. INDOSSAVA UNA CAMICIA BIANCO-ROSSA COME I COLORI DELLA SUA CITTA’ ADOTTIVA E DELLA SUA SQUADRA.

di Gianpiero Pizzuti

Lo hanno ripescato ieri mattina all’interno della centrale idroelettrica sul Liri sotto il ponte Napoli ad Isola del Liri, l’ex presidente dell’Isola Liri calcio Giusepppe Martellacci. Peppe, così come lo chiamavano tutti, era un autentico personaggio, faceva rumore anche se stava in disparte senza parlare. Con lui va via l’ultimo lembo di una bandiera biancorossa degli anni ’80 dopo le premature scomparse di Edoardo Elia e Vittorio Brandolini.

Se la sua morte è accidentale, perché scivolato nel fiume, o un gesto voluto, lo stabiliranno i carabinieri di Isola del Liri che hanno ripescato il corpo in acqua congiuntamente ai vigili urbani della città: ”Siamo stati avvisati intono le 5 – ci racconta il comandante dei vigili di Isola del Liri Bruno Di Palma – che un uomo era finito nel fiume proprio sotto il palazzo del municipio. Abbiamo allertato i proprietari della centrale idroelettrica sotto il palazzo Mancini ed il corpo era tra le grate di accesso alle turbine. Ci sono delle paratoie che si alzano ogni 5 minuti per far entrare l’acqua nelle turbine, spostando tutto quello che trasporta il fiume su un canale adiacente per non mandare in tilt l’intero impianto. Il corpo era lì a pancia in giù, abbiamo aspettato il personale del 118 per sollevarlo, l’abbiamo riconosciuto subito che si trattava di Peppe Martellacci”.

Era stato lo storico presidente a traghettare l’Isola Liri dalla Promozione alla serie D nella stagione 1986-1987 con Claudio Di Pucchio in panchina, un’attesa lunga 63 anni, mai la squadra biancorossa aveva giocato nei semi pro. Nella stagione 1988-1989 divenne presidente del Sora e sempre con Claudio Di Pucchio come tecnico vinse con i bianconeri il campionato riportandoli in serie D. Imprenditore edile aveva avuto i suoi alti e bassi nella gestione della sua azienda, poi un periodo buio che lo aveva fatto allontanare da tutti. Una brutta malattia alla gola ne aveva minato la salute, ma l’ultima volta che lo avevamo incontrato aveva ancora le bende dell’operazione con la sigaretta in bocca: "Sono più forte io della malattia e la sigaretta è la riprova" – così aveva voluto darci la sua dimostrazione di forza.

Era stato il padrino nel 2011 della mia partita “30 anni di giornalismo in riva al Liri” con Claudio Di Pucchio in panchina al Nazareth aveva pianto riabbracciando i suoi giocatori, che non vedeva da vent’anni. La notizia della morte di Martellacci ha scosso tutti ieri mattina in città. Aveva una camicia bianco-rossa indosso ieri quando è stato ripescato nelle acque del Liri, quasi a voler salutare la sua città “adottiva” visto che lui non era isolano, ma se ne era innamorato.