E’ di un paio di giorni fa la determinazione del settore amministrativo che annulla d’ufficio in autotutela la procedura concorsuale avviata l’ultimo giorno dello scorso anno per assumere, tramite mobilità, tre istruttori direttivi di categoria D.
Come mai la decisione? Nell’atto si legge che ‘l’errata indicazione nei bandi del numero di unità per le quali si intende procedere alla mobilità volontaria potrebbe generare legittime aspettative in capo ai partecipanti alla procedura connesse al maggior numero di posti messi a bando (n. 9) rispetto a quelli effettivamente corretti (n. 3)’. In altre parole in Comune si tutelano evitando interpretazioni, forse di comodo, magari soggettive, rispetto alla stessa procedura e così hanno annullato il ‘concorso’.
In questa vicenda, tuttavia, c’è un altro aspetto che non dovrebbe essere trascurato: le aspettative dei dipendenti comunali effettivi. Cioè quelli che da anni e anni lavorano in Municipio e che magari avrebbero ‘gradito’ una promozione, se possibile una progressione verticale con un concorso interno, ovvero un passaggio da C a D con il Comune che avrebbe potuto sostituire, rivolgendosi all’esterno, le C promosse. Forse, è il caso di dirlo, è mancata lungimiranza. Che prima o poi l’Ente si sarebbe pressoché svuotato per pensionamenti e altro si sapeva da tempo. Forse sarebbe stata necessaria ben altra programmazione per immettere forze fresche. Ed invece si ricorre all’esterno, stoppando di fatto le aspirazioni.
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