“Tradizione e appartenenza”. Con questo striscione campeggiante sul Ponte di Napoli la città ha salutato il ritorno di un antico rito caro alla tradizione sorana, quello del Faone d’ San Giuann. La vigilia della festa del Santo precursore di Cristo, che cade nei giorni del solstizio d’estate, riecheggiano gli antichi sapori di riti ancestrali legati all’acqua ed al fuoco, che gli antichi ponevano in essere per propiziarsi il favore degli astri ed avere raccolti abbondanti.
Ed ecco perché acqua e fuoco sono i protagonisti di questa serata, con il faone, il maestoso falò acceso sulle sponde del fiume Liri al calar della notte. Un passaggio tra sacro e profano che indissolubilmente tornano ad essere legati.
La chiesa di San Giovanni e la piccola piazza, nel cuore di Canceglie, tornano ad essere il centro della festa, con le celebrazioni liturgiche e la processione, il cui rientro, al calar della notte, viene salutato con l’accensione dei fuochi sui muraglioni e i ponti intorno alla pira, e poi da quella del grande fuoco che illumina la notte sorana. E proprio nella piazzetta della chiesa è tornato a celebrarsi un altro antico rito, quello della comparanza, sancito sempre dai due elementi cardine, acqua e fuoco, che crea un legame tra due persone forse più forte di ogni parentela, ricalcando quello dei contadini che rivivono nei ricordi e nei racconti dei nonni, legati a questa magica notte.
