SANITA'

SORA – RINUNCIA AL SOCCORSO PUBBLICO E VA DAL PRIVATO

La carenza di personale all’ospedale civile Santissima Trinità di Sora resta sotto i riflettori.

A proteste, lamentele e segnalazioni che arrivano quotidianamente dai pazienti e dai loro familiari, si aggiungono episodi che la dicono lunga sulla ineludibile necessità di incrementare le unità nei vari reparti, cioè servono rinforzi: medici soprattutto, ma anche infermieri e ausiliari. L’ultimo fatto è di ieri: un uomo piuttosto in vista in città ha accompagnato un familiare anziano al pronto soccorso del presidio ospedaliero di Sora. Il pensionato inavvertitamente si era procurata una ferita ad un arto e necessitava di cure ed esami.

Non essendo grave ha dovuto aspettare, insieme al congiunto, il suo turno nella sala di accesso al reparto, peraltro già affollata di suo. Qui, qualche commento molto esplicito, già rappresentava la situazione circa i tempi ‘biblici’ di attesa. C’è chi ha dovuto attendere anche sei ore. Per farla breve: l’anziano era dolorante, il familiare preoccupato per le sue condizioni e di fronte alla prospettiva di trascorrere la notte su una panca in attesa che qualcuno lo visitasse, senza indugiare oltre ha salutato raggiungendo una struttura sanitaria privata a pochi chilometri.

Un solo medico, per chi facendo un terno al lotto è già dentro e per tutto il popolo che aspetta fuori, ci pare pochino!

Non c’è molto da aggiungere, se non il fatto che queste vicende sono note e arcinote in qualche ufficio a Sora, a Frosinone e pure a Roma. Ciononostante non si intravedono soluzioni. I vertici della Asl continuano a rappresentare una realtà ‘latte e miele’ del sistema sanitario locale. Qualche politico addirittura nasconde o convenientemente ridimensiona i problemi quando invece dovrebbe denunciarli. Perché la situazione è assai diversa. Almeno a Sora. Una visita a sorpresa e non preannunciata sarebbe opportuna. Una verifica ai reparti dove scambiare due parole con chi la sanità la vive, la fa e non l’amministra da un ufficio rinfrescato da un condizionatore, rafforzerebbero il convincimento che è urgente provvedere. Anche con sostegni interni, cioè trasferimenti temporanei di personale. Parte del quale diventa capro espiatorio e nonostante l’impegno finisce sulla graticola delle proteste. A volte ingenerose.

Infine, una domanda: ma i sindacati che fine hanno fatto?

Lu