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SORA, TEATRO IN-STABILE: IL 29 “LE PILLOLE DI ERCOLE”

Riceviamo e pubblichiamo.

Nuovo appuntamento con la Stagione Teatrale Sorana 2014/2015. Ad esibirsi sarà la compagnia amatoriale “Teatro In-stabile” di Sora che proporrà al pubblico l’opera “Le Pillole di Ercole” di Charles Hennequin e Paul Bilhaud. Lo spettacolo andrà in scena domenica 29 marzo 2015, alle ore 18.30, presso l’Auditorium dell’Istituto “Einaudi-Baronio”, in Via Ariosto.

“Le Pillole di Ercole”, per la regia di Luigi Mastropietro, è una commedia effervescente e spiritosa, con al centro un inganno che mette in moto un meccanismo drammaturgico di ritmo rapido e incalzante, in cui intrighi e malintesi vanno a costituire una miscela esplosiva di comicità, scevra di pruderie morali. La sua tessitura testuale è come un ordigno ad orologeria dove, in ogni momento del suo sviluppo, l’azione si complica arrivando ad ingenerare situazioni così paradossali e intricate che non possono non dar vita a ilarità e divertimento nello spettatore.

All’interno della migliore tradizione del Vaudeville francese, “Le Pillole di Ercole” finisce per caratterizzarsi come teatro di “maschere”, tanto che possiamo vedere in essa un rifarsi, nei fatti e non per artificio erudito, all’atellana del teatro latino.

Anzi, di “maschere dinamiche” possiamo  ben parlare guardando il suo procedere e certe sue peculiari caratteristiche come il doppio senso e l’equivoco, il gusto del paradosso e dell’assurdo, il disprezzo per la verosimiglianza e le sottigliezze psicologiche, una visione “libertina” della realtà e una particolare tendenza all’ingrediente sessuale.

La compagnia “Teatro In-stabile” è nata nel 2010 dalla condivisione dell’amore per il teatro di alcune persone e dal desiderio di sperimentarne direttamente la sua forza emozionale ed espressiva. Ha scelto come autore di riferimento, per il suo primo triennio di vita, Achille Campanile, per il quale è “riduttivo” sia l’inquadramento all’interno del teatro dell’assurdo e sia in qualunque topos teatrale. Il teatro di Achille Campanile, infatti, è originale non soltanto perché prefigura un modo di rappresentare la realtà che sarà ripreso da autori che scriveranno trent’anni dopo di lui ma, soprattutto, perché sa cogliere in situazioni di opaca normalità frammenti di contraddizione e aspetti imprevedibili, che ne giustificano anche una lettura in chiave comica.

L’umorismo di Campanile è essenzialmente verbale. Attraverso l’uso pirotecnico del linguaggio, attentissimo alle omonimie e a diversità semantiche della stessa parola, l’autore costruisce meccanismi perfettamente calibrati per ottenere l’effetto voluto. Rivela così una sapienza drammaturgica che ha il suo punto di forza nella battuta.

Dal lavoro su Achille Campanile la Compagnia “Teatro In-stabile” ha tratto due spettacoli “Centocinquanta e…altro” (2011) e “Recitando Campanile” (2012). Successivamente la compagnia ha posto la sua attenzione sul teatro della “Vaudeville” di fine ottocento, proponendo al pubblico “Le pillole di Ercole” di M. Hannequin e P.C. Bilhaud, nella traduzione di Cecilia Calvi e adattamento teatrale di Luigi Mastropietro, di cui la “prima” è andata in scena a febbraio 2015.