FATTI AD ARTE

LA NUOVA CHIESA DI SAN PIO DA PIETRELCINA – UN UNIVERSO DI SIMBOLI

di Stefano Di Palma

Il nuovo santuario di San Pio presso San Giovanni Rotondo è espressione del secolo XXI della plurisecolare volontà umana che, nel segno della glorificazione del Cattolicesimo, prevede la costruzione di grandiosi edifici di culto dedicati ai suoi santi. Una cospicua parte del nostro patrimonio artistico rientra in questa tipologia edilizia che a seconda delle epoche, delle tendenze, dei committenti o della visione artistica di tanti geni operosi nel passato, ha determinato la configurazione di una sorta di geografia sacra della nostra Penisola raggiungendo vette altissime.

Magnificenza, impegno e profusione di opere d’Arte connotano dunque tanta produzione cristiana e anche la nuova chiesa di San Pio progettata dal noto architetto Renzo Piano.

Lo sviluppo dell’idea progettuale, pieno di risvolti inediti, parte dall’esterno dove su un lato del sagrato si erge la grande croce in pietra, alta 40 metri, intesa dal progettista con la forma di una bilancia poiché segno di Salvezza che regola l’equilibrio ed il destino del mondo. Particolarmente affascinante è la soluzione che riguarda il sagrato dove si sfrutta una pendenza per condurre dolcemente il fedele nella chiesa, ma che rappresenta anche un’estensione di quest’ultima visto che può contenere circa 30 mila persone. In questa porzione del santuario si cerca un contatto con l’ambiente attraverso la presenza di piante tipiche della flora del Gargano come ulivi, querce, corbezzoli, mirti, lavande, edere. Di particolare interesse è la simbologia battesimale che si svolge sul lato destro dove sono poste dodici vasche di forma trapezoidale e comunicanti tra di loro attraverso un sistema idrico di riciclo che consente all’acqua di scorrere dalla prima all’ultima fontana battendo di vasca in vasca. L’acqua, grazie al dislivello e attraverso un percorso sotterraneo, sfocia così sul lato opposto nel fonte battesimale e un simile sistema suggerisce al pellegrino l’idea del fiume Giordano nel quale Cristo fu battezzato da Giovanni.

La chiesa si apre al sagrato attraverso la grande vetrata di 700 metri quadrati; all’interno sono stati posti dei pannelli serigrafati che riproducono una sintesi dei 24 arazzi della “Scuola di Anger” con scene tratte dall’Apocalisse di Giovanni: in alto la Donna insidiata dal drago (che rimanda alla Vergine) ed in basso la Gerusalemme Celeste, mentre ai lati sono raffigurati il trionfo degli eletti, i puri che si oppongono ai seguaci della bestia e il trono di Dio con l’Agnello da cui sgorga il fiume d’acqua viva che è vita eterna.

Nella parte opposta della vetrata vi è l’ingresso liturgico e il Battistero, le cui porte in bronzo sono opere dello scultore Mimmo Paladino. La porta principale presenta nei due battenti rispettivamente Abramo ed il Buon Pastore mentre nella porta di sinistra, posta di fronte al fonte battesimale, è raffigurato il Battesimo di Cristo; il fonte vero e proprio è costituito da un piano ottagonale dove nei tre gradini interni d’ingresso e di uscita si simboleggia la triplice rinuncia al male e la triplice professione di fede di chi riceve il Battesimo.

Meraviglioso è l’intero impianto adibito al culto. Si tratta di una struttura composta da una serie di archi in pietra di Apricena, percorsi all’interno da cavi di acciaio, che, partendo dal fulcro liturgico dell’altare, si irradiano come le dita di una mano pronta ad accogliere il fedele e si estendono per sostenere la chiesa; la loro intersezione forma tre navate semicircolari che avvolgono l’altare mentre il tetto ad arca protegge e conclude lo spazio.

L’assetto del luogo della celebrazione eucaristica eterna il contributo dello scultore Arnaldo Pomodoro che ha disegnato e realizzato l’altare in pietra e la croce in bronzo che lo sovrasta. Sospesa e proiettata verso il fedele, la croce è costituita da elementi cuneiformi di varie dimensioni –  immagine della sofferenza di Cristo –  che si incrociano tra loro in un gioco di movimenti dove nelle interruzioni filtra la luce salvifica; anche l’altare presenta la forma di un cuneo che si conficca negli intarsi in bronzo del presbiterio in esplicito richiamo alla croce, esso suggerisce il sacrificio di Cristo che si rinnova come sorgente di Salvezza per gli uomini e fa esplodere in tutta la sua potenza il mistero pasquale della Resurrezione.

L’altro fulcro liturgico è l’ambone monumentale di Giuliano Vangi dove si snoda, con grande forza narrativa, il racconto della Resurrezione considerato dal punto di vista della “Apostola” Maria Maddalena. L’artista narra la storia della Resurrezione partendo dal momento straziante della deposizione in cui Maria Maddalena e Nicodemo (al quale lo scultore ha dato il volto di San Pio sfigurato dal dolore) portano al sepolcro il corpo di Cristo. Successivamente si scorgono tre scene: nella prima, la Maddalena ascolta due angeli che le annunciano la Resurrezione, nella seconda, che coincide con la parte frontale dell’ambone, incontra il Signore, nella terza l’annuncio a Pietro e Giovanni.

Nel livello sottostante il piano dell’aula liturgica, in corrispondenza del presbiterio, si trova la chiesa inferiore dove sono custodite le spoglie di San Pio (cfr. “Guida ai luoghi di Padre Pio”, 2005).