COMUNE

ARPINO – ANCHE I SEGNALI DICONO CHI AMMINISTRA

Fra la miriade di questioni irrisolte in paese, c’è anche quella della segnaletica. Sorvolando sulla orizzontale, di fatto sparita dappertutto, l’attenzione si concentra su quella verticale. Un po’ ovunque, infatti, le indicazioni sono in condizioni pietose. Molte paline che sorreggono divieti, limiti di velocità ed altro sono cadenti. Nel senso che di verticale non hanno molto essendo inclinate. Un esempio lampante si trova sull’innesto che dalle contrade Vagni e Santa Palomba immette sulla provinciale per Santopadre. La foto in alto è di domenica, basta ed avanza. Per rimettere in posizione un tubo di ferro occorrono pochi minuti. Eppure nessuno lo fa. Da mesi. Anche in piazza Municipio. Anche al Vallone. Qui, addirittura, lungo via Manzitti ci sono segnali che dicono di aumentare la velocità in prossimità di una curva ed un bivio.

Ci sono poi indicazioni di fatto ingannevoli, come quella che avvisa gli automobilisti della presenza lungo la provinciale Tulliana, all’altezza del cosiddetto Ponte Lungo, di fantomatici controlli elettronici della velocità da parte dei vigili urbani. Praticamente ad Arpino i Vigili Urbani da tempo non ci sono più, chi li fa i controlli? Sempre ammesso che si possano fare!

Qualche ‘segnalazione’ arriva anche per la comunicazione circa la presenza dell’impianto di videosorveglianza. Segnali vecchi, malandati e scoloriti. Sono quelli del precedente progetto. Un anno fa è stato predisposto il nuovo ma la segnaletica è sempre la stessa. Di fronte al Comune occorre un ‘decriptor’ per capire cosa c’è scritto.

Curioso poi il segnale che si nota sul primo livello del parcheggio delle Volte. Da anni è girato verso la vallata e magari si comprende anche il perché. Essendo sosta oraria e parcheggiando lì amministratori comunali e personale del Municipio, la sosta non è più oraria ma prolungata. Con il segnale girato nel verso giusto si rischia la multa. Chi la fa? Mistero!

Ecco, questo è uno dei tanti problemi irrisolti in un paese in cui si continua a parlare – convenientemente per alcuni – di turismo ed accoglienza. E poi non sono capaci nemmeno di raddrizzare un segnale.