POLITICA

Europee – Elena Mazzoni: Pace, lavoro e ambiente le priorità

Alla manifestazione del Primo Maggio che si è tenuta ieri ad Isola del Liri ha preso parte anche Elena Mazzoni, candidata alle Europee nella Circoscrizione Centro per la lista Pace Terra, Dignità. Le abbiamo rivolto alcune domande in vista dell’appuntamento elettorale di giugno.

Qual è il programma della vostra lista per rilanciare il lavoro? Innanzitutto il salario. Salari equi per standard di vita dignitosi per tutti :“Mai più lavoratori poveri!”, e potenziamento del dialogo sociale europeo con la garanzia di un equilibrio di potere, in modo che i rappresentanti dei lavoratori possano effettivamente negoziare condizioni vantaggiose per i lavoratori. Priorità è un massiccio piano di spesa per investimenti per la creazione di posti di lavoro verdi, basato sulla rivitalizzazione delle PMI e dei servizi pubblici essenziali, sull’economia della cura e sulla trasformazione dell’industria, dei trasporti e dell’energia in linea con i bisogni della popolazione e i limiti del pianeta.
Ciò richiede la mobilitazione di risorse finanziarie che superano di gran lunga il bilancio dell’UE e il fondo di sviluppo NextGenerationEU. Questi fondi potrebbero essere resi disponibili se riuscissimo a trasformare il Recovery and Resilience Facility (RRF) in un meccanismo permanente dell’UE per ridurre le disuguaglianze e promuovere una crescita economica sostenibile, con particolare attenzione al sostegno e alla modernizzazione delle PMI ed introducendo una tassa europea sui ricchi per finanziare gli investimenti essenziali per la riduzione della povertà e le transizioni ambientali e sociali.

Pace terra dignità è il nome della vostra lista, che nasce da un appello del giornalista Michele Santoro, Raccolto e sostenuto da intellettuali, pacifiste e forze politiche come quella che lei rappresenta rifondazione comunista. Perché votare per la vostra lista? Le prossime elezioni del Parlamento europeo si svolgeranno in circostanze straordinarie. L’Europa è diventata il continente con il riscaldamento più rapido del mondo e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili deve essere accelerata. Molti cittadini europei sono alle prese con una crisi legata al costo della vita, mentre nell’UE si spendono miliardi di euro per un potenziamento militare senza precedenti, e un ritorno alle fallite politiche di austerità neoliberista è addirittura all’orizzonte. Infine, le elezioni vengono oscurate dalle guerre che si svolgono sul suolo europeo e nelle sue immediate vicinanze.
Queste elezioni non sono quindi elezioni di secondo ordine, dobbiamop artecipare e votare alle elezioni europee per un’Europa democratica, pacifista, sociale ed ecologica. L’estrema destra nazionalista e neofascista, che già governa in alcuni Paesi e bussa alle porte del potere in altri, può e deve essere fermata. Il desiderio degli europei di giustizia sociale, sicurezza ecologica e pace devono essere posti al centro del processo decisionale politico e noi lo faremo.

Il tema della tutela dell’ambiente è centrale in questi ultimi tempi in cui viviamo sulla nostra pelle gli effetti della crisi climatica. Il territorio della provincia di frosinone poi è un territorio che è stato molto sfruttato e molto marginalizzato da un punto di vista ambientale che cosa può fare l’Europa? Necessitiamo di un cambiamento culturale che ci interroghi nel profondo, a partire dal modello di sviluppo e dai nostri stili di vita. La sinistra europea ha un concetto chiaro di questa trasformazione ecologica, energetica e industriale. Sebbene la tecnologia svolgerà un ruolo importante, questa transizione riguarda soprattutto una trasformazione sociale del modo in cui produciamo e consumiamo, adattata ai bisogni reali della popolazione e ai limiti del pianeta.
Il cambiamento ambientale radicale va di pari passo con la lotta per la giustizia sociale e la lotta per combattere la dominazione del mercato per una giusta transizione verso le economie verdi. Serve stabilire il controllo e la proprietà pubblica dei beni comuni come l’acqua, i servizi igienico-sanitari e le aziende che li forniscono; degli idrocarburi e di altre fonti energetiche; e dei servizi di produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia. Inversione dell’attuale modello di unione energetica a favore di un modello basato sulla proprietà pubblica delle risorse, aprendo un canale di finanziamento per i comuni per raggiungere la sovranità energetica.
Ma non va dimenticato il lavoro, per questo chiederemo all’Europa di creare un Fondo per i servizi pubblici, finanziato allo 0% dalla BCE, con una governance democratica, per investimenti, assunzioni massicce e formazione, in particolare nei trasporti (merci e passeggeri), nella sanità e nell’istruzione;
Ed infine, per la riconversione ecologica e sociale della produzione delle imprese: cambiare la politica bancaria della BCE: tasso basso (0%, o meno) per i prestiti bancari per investimenti che riducono le emissioni di carbonio e creano buoni posti di lavoro; tassi elevati, anche penalizzanti, per prestiti che tagliano posti di lavoro, delocalizzano o aumentano le emissioni inquinanti.