REDAZIONALE

INCENDI…LINGUE DI FUOCO E NON

Fuma ancora il monte S.Angelo. Dopo quattro giorni, il cielo di Sora è varcato ancora, ad intervalli, dal rumore dei Canadair, impegnati in una lotta che appare impari. Il fuoco ha divorato un intero versante, costoni, pinete, sottobosco, con una fame implacabile. Come un mostro mai domo, ha mangiato, fagocitato anzi, il paesaggio su cui affacciano le nostre finestre, il nostro polmone, la nostra ricchezza verde. Prima voracemente, poi più lentamente, ma comunque inesorabilmente. L’incendio lassù a divampare, i soccorsi a spegnere, tante lingue (questa volta, non di fuoco) a parlare, la coscienza di molti a tacere, occhi impotenti a guardare.

Di fronte ad un evento di così grandi dimensioni, divampa in un sol colpo l’ottusaggine dell’uomo: di quello che non dispone la tutela del paesaggio, di quello che taglia le risorse, di quello che non investe nell’ambiente, di quello che materialmente appicca il fuoco, di quello che semina veleno come benzina. Volti e responsabilità diverse, come facce di una stessa moneta.

Ma come nelle storie antiche, il senso civico combatte e resiste; l’ultimo baluardo è nelle mani di chi, quei roghi, li affronta e li spegne, in una lotta impari ma non impossibile, vestendo i panni di Davide contro Golia.