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LO SAPEVATE CHE…QUANDO IL VESCOVO LIMITO’ LA PROCESSIONE DI SAN ROCCO, CI FU UNA SOLLEVAZIONE POPOLARE

Mancano pochi giorni al 16 Agosto, ricorrenza di San Rocco, che a Sora è molto amato e venerato, come se fosse il patrono. Da sempre, a caratterizzare i festeggiamenti religiosi, è l’imponente processione che si snoda lungo le vie di gran parte della città: tantissimi i fedeli che vi prendono parte a piedi nudi e recando al collo pesanti ceri, in segno di devozione o penitenza, cantando il testo dedicato al Santo e scritto da Don Gaetano Squilla. Il culto è così radicato che la memoria racconta di un fatto riportato dalle cronache del tempo dal giornalista locale Giovanni Magnone sul periodico “Vita Sorana” e ricordato da Romolo Tamburrini sul proprio profilo Facebook. Anche Soraweb vuole riproporvelo.

Intorno al 1965, quindi circa cinquant’anni fa, un decreto del Vescovo del tempo, Mons. Musto, ordinava che le processioni si sarebbero dovute svolgere nell’ambito del solo territorio parrocchiale. Fu fatta un’eccezione per San Rocco, vista la particolare venerazione dei Sorani tutti, ma il corteo religioso, comunque, avrebbe subìto delle limitazioni: arrivando in Via Napoli, infatti, avrebbe dovuto imboccare subito Via Giuriati, senza prima arrivare all’altezza dell’incrocio in cui attualmente è posizionato il semaforo.

La decisione non fu accolta di buon grado dai fedeli. Anzi, il malcontento fu tale e tanto che e i cittadini, in prossimità del giorno della processione, si organizzarono per disobbedire a questa imposizione.

La notizia, però, dovette arrivare alle orecchie del Vescovo. Fatto sta che fu disposto un cordone di Polizia e Carabinieri da un lato all’altro della strada per impedire che i fedeli in processione potessero sfilare oltre il limite consentito.

Una volta giunto sul punto, ci fu una vera e propria rivolta. Alle spalle delle Forze dell’Ordine, il Santo era atteso dall’intero abitato delle “Barracche”. Ci fu uno scontro molto acceso, un parapiglia, chi spintonava, chi gridava e i grandi ceri votivi imbracciati dai fedeli furono usati come “arma” contro chi ne impediva il passaggio.

All’arrivo della statua, al grido unanime e caloroso di “EVVIVA SAN ROCCO”, il Santo di Montpellier fu portato in modo trionfale fino al punto dove abitualmente veniva condotto. E da quel giorno, il percorso è rimasto invariato fino ad oggi!

Sembra, poi, che la vicenda ebbe strascichi giudiziari, ma i Sorani che dovettero rispondere davanti al giudice della loro condotta avevano dalla loro la protezione di San Rocco e l’avvocato che li difese presto la sua opera gratuitamente!

Gabriele Savona