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Perché meritiamo una scuola professionalizzante e degli edifici scolastici sicuri

Ad ogni tornata elettorale, come da anni ormai, con rammarico noto che non si perde occasione per vendere un libro dei sogni sganciato dalla realtà, distante anni luce dalle reali problematiche dei cittadini. Ai margini del dibattito c’è troppo spesso la scuola sotto un duplice profilo: sia come istituzione, a cui è demandato il compito primario di formare ed indirizzare i nostri figli, fornendo un bagaglio di conoscenze adeguato per competere alla pari con tutti, in quanto loro saranno i futuri cittadini di domani, loro rappresentano la nostra risorsa più preziosa; sia anche come edifici scolastici, poichè non si investe abbastanza non solo per adeguate strutture attrezzate per la didattica, ma anche per la messa in sicurezza di esse, nonostante come è noto a tutti la zona del sorano e non è ad elevato rischio sismico.

Nella mia veste di insegnate infatti riscontro tali mancanze che non sono degne di un territorio come il nostro, conosciuto come alta terra di lavoro, che ha altresì ha formato in passato professionisti eccellenti. Credo che abbiamo un debito, non solo materiale, visto che le passate scellerate scelte politiche lasciano sulle spalle dei nostri figli condizioni difficili da superare, ma soprattutto morale ed etico. Saremmo egoisti se non ci curassimo di difendere ed offrire loro una scuola adeguata che gli permetta di riscattarsi ed inseguire il loro futuro.

C’è bisogno di una scuola efficiente e “professionalizzante”, che valorizzi e recuperi anche il manifatturiero, che è la chiave di volta e la risorsa da sfruttare per un territorio come il nostro. Una scuola che formi ed offra un bagaglio ai nostri figli per competere ed innovare ad armi pari con gli altri, permette anche ad un territorio di fare un salto di qualità. Grazie alla cultura ed alla creatività si forma un ambiente favorevole allo sviluppo, si fa nascere altresì un innovativo humus imprenditoriale.(Olanda, Islanda e Svezia, secondo stime Eurostat, hanno il primato europeo nell’incidenza della cultura sull’occupazione).

Per questo è necessario invertire la tendenza, per questo meritiamo …

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