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SORA – ‘CASO IAQUONE’, FORZA ITALIA: DOMANDE ‘IMBARAZZANTI’ AL COLLEGA PONTONE

Dai consiglieri comunali di Forza Italia Sora – Lino Caschera, Giacomo Iula, Antonio Lecce e Alessandro Mosticone – riceviamo e pubblichiamo:

Era solo questione di ore, lo sapevamo, e dopo una calma solo apparente sono emerse tutte le criticità di una maggioranza appiccicaticcia e strampalata; unita, nella sua prima fase di vita, dall’unico obiettivo di far fuori l’intero gruppo di Forza Italia dal consiglio comunale ed ora divisa nella lotta senza regole d’ingaggio per l’accaparramento di poltrone e prebende.

Per cui non ci meravigliamo per niente rispetto a quanto successo nelle ore scorse con le dimissioni (poi ritirate) del neo assessore Amedeo Iaquone, riferimento in Giunta del consigliere comunale dott. Serafino Pontone; ad entrambi i quali manifestiamo la nostra sincera vicinanza umana.

Forse, il buon collega Pontone, quando ha deciso di ristampellare l’Amministrazione Tersigni,  pensava veramente che, attraverso un fase di pseudopurificazione, il Sindaco ed i consiglieri di amministrazione del suo cerchietto magico, avessero cambiato quei bruttissimi metodi ed approcci nella gestione della cosa pubblica?

Forse, il buon collega Pontone, essendo egli una delle otto bombole di ossigeno dalle quali dipende la sopravvivenza politico amministrativo del Sindaco Tersigni, pensava veramente di poter avere voce in capitolo nell’elaborazione dell’ultimo bilancio di previsione, scardinando mosaici distributivi ben definiti e consolidati fin dal primo giorno dell’inizio di questa consiliatura (anzi, forse anche da prima delle elezioni del 2011)?

No, caro collega Pontone, ci creda: uomini e metodi sono sempre gli stessi. Cambia qualche comparsa, ma il copione del film è sempre lo stesso. Lo schema operativo e decisionale immutato. Riunioni farsa di maggioranza in cui, sotto la silenziosa ed attenta supervisione del Sindaco e di suo fratello, l’assessore al ramo procede a scartare il ben confezionato prospetto di bilancio, presentandolo agli astanti semplicemente come una bozza su cui lavorare, ferma restando poi la sua contestuale dichiarazione che, causa mancati trasferimenti da parte dello Stato centrale o ritardati pagamenti da parte della Regione o bla bla bla, i margini di modifica della bozza sono ristrettissimi se non addirittura nulli. Poi qualcuno prova ad alzare il ditino evidenziando che non si comprendono però le ragioni per cui, nonostante le difficoltà e carenze di fondi, alcuni settori dell’amministrazione risultano essere puntualmente destinatari di risorse economiche uguali o maggiori di quelle previste negli anni precedenti. Eh no, certe insinuazioni non si possono nemmeno lontanamente pensare; così, nel film già visto, il primo cittadino se ne va dalla riunione di maggioranza sbattendo la porta e intimando tutti di non cercarlo o chiamarlo perché è irrevocabilmente dimissionario.  A questo punto entra in gioco il plenipotenziario capogruppo, uomo di grande esperienza conciliatrice che, nel mentre implora il Sindaco ad un atto di responsabilità nei confronti della città (perché Sora senza Tersigni non ha futuro!),  in uno stucchevole quanto evidente gioco delle parti, chiede all’assessore al ramo di fare uno sforzo per andare incontro alle legittime richieste di bilancio degli altri componenti della maggioranza;  e con un paio di colpetti di magia, in men che non si dica,  l’assessore al ramo cambia alcune  poste nel documento economico finanziario che, di fatto, non mutano la sostanza delle decisioni già prese ma che ingenerano nei basiti astanti rivoltosi un illusionistico effetto placebo e valeriano.

Questo, caro collega Pontone, è il film che da quattro anni va in onda nel palazzo comunale di Corso Volsci; queste sono le ragioni che ci hanno spinto a dire basta ad una gestione Tersignocentrica della cosa pubblica.

Siamo contro l’eutanasia, anche quella politica; ma oggi, da una parte c’è la sopravvivenza a tutti i costi dei Tersigni; d’altra, il serio pericolo di una morte definitiva della nostra città.

Decida lei dove stare caro collega Pontone; noi siamo convinti di averlo fatto in tempo.