POLITICA

SORA – COMUNALI: CANDIDATO PER UN GIORNO, LA ROCCA RINUNCIA

Sembrava fatta per Alberto La Rocca. L’imprenditore si apprestava a comunicare alla stampa la sua discesa in campo come candidato sindaco. Poi, improvvisamente, le cose sono cambiate. La Rocca ha pubblicato un’ora fa circa un post sulla sua pagina social. Una lunga nota in cui spiega il suo punto di vista ed analizza le ultime settimane di campagna elettorale. Fino alla rinuncia.
Ecco il testo integrale:
Fino a qualche giorno fa, più precisamente fino al 30 luglio, era lontano da me il pensiero di una candidatura a Sindaco di Sora. Avevo ricevuto, poche settimane prima, un invito corale a rappresentare uno schieramento ben definito ideologicamente. Ma le considerazioni partecipative condivise all’interno del gruppo Agorà, con il quale da anni elaboravamo idee e progetti per la nostra collettività, mi impedirono di accettare questa iniziale e unilaterale proposta.
Da quella data di luglio, in seguito a varie divisioni e frammentazioni che hanno coinvolto alcuni schieramenti politici, ha avuto inizio, nei miei confronti, una sorta di frenetica e mutevole “attenzione” per concertare, insieme a forze tra loro trasversali, una proposta alternativa da presentare alla città.
In queste ultime settimane, come mia abitudine, ho affrontato l’argomento con passione. Ci ho lavorato molto, con attenzione e devozione, senza troppi clamori. Volevo, o meglio avrei voluto, una soluzione non identitaria dell’uno o dell’altro blocco ideologico, bensì un’aggregazione che fosse in grado di riunire consolidate esperienze, necessari entusiasmi e le auspicabili capacità per un lavoro di squadra. Questo perché per la futura amministrazione ci sarà da fare un lavoro immane per invertire la rotta del declino verso cui si sta andando.
Avremmo lavorato sui due pilastri fondamentali della buona amministrazione, uno la razionalizzazione dell’ordinario e soprattutto su una visione di futuro per agganciare crescita e sviluppo.
Con amarezza ho trovato conferma, però, di essere di fronte ad un campo minato, una situazione disastrosa, ai limiti dell’assurdo, di degrado relazionale e di impegno civile, oltre ad una scarsa, quasi inesistente, disponibilità a supportare la riuscita dell’operazione. E questo soprattutto da parte di chi, soltanto dal punto di vista comunicativo, professa la totale fedeltà al principio dell’impegno per la città e non agli interessi di corporazione amicale, partitica, oppure, peggio ancora, per evidenti scopi di affermazione personale/carrieristica, come il prossimo futuro ben presto confermerà.
Egoismi, rancori, cattiverie di ogni tipo contro non solo la singola persona, ma anche le famiglie degli interlocutori coinvolti nelle proposte politiche erano il condimento di ogni fase dialettica. I due principali ingredienti trovati alla base delle proposte ascoltate consistevano in una malcelata supponenza frammista ad una patologica vanagloria. Come se essere chiamati ad amministrare una città come Sora potesse essere confusa con una gioiosa passerella e non un impegno, un lavoro serio e difficile. Tante le pregiudiziali negative venute fuori, diverse le richieste provenienti da calcoli ben studiati al fine di favorire carriere professionali o di partito legate a vincoli ben precisi sulle future candidature provinciali e regionali.
Per la verità solo pochissimi e per lo più giovani hanno prestato attenzione alle idee e alle proposte elaborate.
Dopo simili negatività, nei giorni precedenti, sono giunte anche le accuse di chissà quali scorrettezze da me commesse, al fine di provocare veri e propri litigi all’interno dei due schieramenti, con sfrontata negazione di verità dei fatti.
Appare evidente, peraltro, quanto sia assurdo che i partiti si ricordino di esistere solo tre mesi prima per raccogliere candidature e un mese dopo le elezioni per poi decidere a chi addossare le colpe dei loro errori di programmazione. Partiti che si preoccupano delle elezioni comunali come tassello per le successive, quelle di maggior livello. Partiti che si preoccupano maggiormente di imbrigliare e/o danneggiare persone asservite al loro interno piuttosto che progettare qualcosa di serio e concreto per il bene della città.
Queste le mie verità, il contenuto VERO di questi ultimi 25 giorni. Una situazione talmente amara, spigolosa, sconcertante, impossibile da sopportare e sostenere con coscienza umana, che mi ha portato a decidere di tornare alla serenità di una vita costruita con impegno e dedizione al mio lavoro e ai miei affetti famigliari.
Chiedo scusa ai cari concittadini se ho catturato e tolto loro qualche momento di attenzione e colgo l’occasione per augurare, agli attuali sfidanti candidati, di poter realizzare le loro promesse e di costruire, per il bene di tutti, la migliore amministrazione possibile per la nostra città.