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SPERDUTI (FDI – AN): “FOIBE, LA STORIA DA NON DIMENTICARE”.

Nonostante siano trascorsi decenni, nonostante questo stralcio di storia italiana si rimasto nel dimenticatoio per anni, nonostante una legge di istituzione del “Giorno del ricordo”, il massacro delle Foibe ancora non è entrato nella memoria storica condivisa e da certa politica ideologizzata spirano ancora venti di giustificazionismo. In realtà finanche Giorgio Napolitano, in uno dei suoi discorsi a riguardo, ebbe a dire che esse furono dettate da« (…) un moto di odio e di furia sanguinaria, e un disegno annessionistico slavo, che prevalse innanzitutto nel Trattato di pace del 1947, e che assunse i sinistri contorni di una “pulizia etnica”».
C’è un’unica lettura di questa storia e racconta che i Titini, alleati con i partigiani comunisti italiani, intenzionati ad avanzare fino ad Udine, non erano spinti unicamente dalla brama di conquista dei territori italiani dell’estremo nord-est, ma erano soprattutto ispirati dalla volontà di “deitalianizzare” i territori occupati accecati dall’odio etcnico. Italiani, solo per il fatto di essere tali, colpevoli di non partecipare attivamente ai progetti espansionistici di Tito, vennero prelevati dalle loro case senza distinzioni di sesso, razza ed età e poi brutalmente eliminati.
Le vittime venivano legate spalla contro spalla con filo di ferro. Veniva sparato un colpo di arma da fuoco solo ad uno dei due che cadendo faceva perdere l’equilibrio anche all’altro trascinandolo con sé nella foiba. L’agonia per quanti erano soggetti a questa barbara forma di esecuzione era indescrivibile e poteva durare ore ed ore perché alcuni di loro non venivano colpiti fino alla morte dai successivi colpi sparati contro le pareti della cavità. Cifre incerte ed ufficiose raccontano di circa 350.000 italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate che furono costretti ad abbandonare le proprie terre.
Circa 10.000 di loro furono uccisi secondo la barbara modalità dell’infoibamento. La storia si alimenta del ricordo e ben vengano tutte le attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di riflettere sui valori fondanti la nostra Costituzione e la riflessione su questi tragici fatti che fanno parte patrimonio della storia d’Italia. La morte è morte, e non ha colore politico, né necessita di interpretazioni o giustificazioni. Per questo motivo io non dimentico.
Martina Sperduti
Referente Provinciale Dipartimento Tutela Vittime della Violenza – Fdi-AN