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CASO GILBERTA PALLESCHI, LE RIFLESSIONI DI MARTINA SPERDUTI

Riceviamo e pubblichiamo:

Per Gilberta ed i suoi cari, purtroppo, non riesce ad esserci tregua. La condanna senza se e senza ma del suo assassino non sarebbe stata comunque “giustizia”, perché per una morte del genere non può accadere nulla in grado di bilanciare il male subìto. Quanto appreso di recente (l’esito di una Tac del Palleschi che sembra rivelare un difetto all’area cerebrale adibita al senso della moralità) fa tremare tutti noi. Ciò infatti potrebbe essere il preludio di una modifica alla pena dell’ergastolo. Per questo motivo ci sentiamo di esprimere la massima solidarietà alla famiglia di Gilberta per questo incubo che sembra non voler mai finire. Tuttavia la Magistratura deve ancora terminare il suo corso ed è per questo che siamo ancora fiduciosi.

Da questa atroce storia, tuttavia, emerge anche una grande criticità del nostro sistema. Lo Stato infatti garantisce a tutti la possibilità di essere difesi in giudizio, anche a chi non potrebbe permetterselo dal punto di vista economico. Per casi gravi e delicati come questo dovrebbe però prevedere una maggiore tutela economica anche per chi affronta il giudizio dall’altra parte. Più precisamente non è ammissibile che le famiglie desiderose di ricevere giustizia terrena abbiano gravi ripercussioni economiche oltre l’immeritato e comunque indelebile dolore. Sarebbe infatti opportuno che il nostro Stato offrisse a queste la possibilità di accedere, magari previa apposita istanza di verifica sulle condizioni economiche dei carnefici, alla medesima totale copertura delle spese giudiziarie. Ciò perché in questi casi non vi è rimborso economico che possa rendere giustizia, ma nemmeno è possibile che le famiglie rimangano irrimediabilmente gravate dalle spese di giudizio. Sarebbe quindi il minimo garantire che da questi accadimenti non vi siano anche ripercussioni dal punto di vista economico. Apprezzabile sarebbe anche che lo Stato si dimostrasse sensibile a questa già delicata tematica prevedendo un fondo da destinare a queste situazioni. In tal modo infatti le sventurate famiglie sarebbero quantomeno salve dal collaterale (ed anche questo incolpevole) danno economico.

Martina Sperduti

Fratelli d’Italia

Area Tutela Vittime Frosinone