IL COMMENTO

L’Europa e il disastro del Governo Giallo-Verde

di Giuseppe Filippi

Un mio carissimo amico mi ha chiesto un’opinione sul momento politico che stiamo vivendo. E’ preoccupato di come si sta muovendo il Governo Di Maio-Salvini (Il Presidente del Consiglio, che sembra come al solito un puro spettatore, nel frattempo, forse, sta pensando ad una strategia di difesa del popolo italiano, forse…).
E’ soprattutto preoccupato per il deterioramento dei rapporti tra Governo italiano e Commissione Europea sul tema del debito eccessivo che attanaglia il bilancio dello Stato italiano.

Subito dopo l’insediamento del governo giallo-verde, ebbi a dire che di questi due partiti c’era da aver paura perché, a parere del sottoscritto, erano chiaramente forse eversive delle quali bisognava avere paura. Il mio amico disse che il mio giudizio era eccessivo, che urtava troppo la suscettibilità dei cittadini che li avevano votati. Per carità, punto di vista legittimo ma, certamente, troppo prudente. Probabilmente si pensava che se i cittadini, legittimamente risentiti, avevano dato alle elezioni politiche prima, e alle europee dopo, tanti voti soprattutto a Salvini, la colpa era anche di chi prima di loro aveva guidato il Paese. L’avanzata trionfale di
questi due partiti ha suscitato un certo senso di colpa, principalmente nell’elettore di centro sinistra, che in tanti anni aveva provato a dare fiducia di volta in volta a Prodi, a D’Alema, a Veltroni e a Renzi. Diciamo che questo elettorato in cuor suo ha pensato che la sconfitta il centro sinistra se l’era meritata, tant’è che una discreta parte di voti del centro sinistra erano confluiti sul Movimento 5 Stelle.

Oggi la situazione si è evoluta. Dall’iniziale speranza dei tanti elettori che avevano votato prima 5 Stelle e poi la Lega, si sta passando ad un senso di scoramento, di rassegnazione all’incapacità che anche questo governo possa risolvere qualche serio problema di questo Paese e l’unica valvola di sfogo che è rimasta è quella di gridare, insieme a Salvini, contro gli immigrati non avendo dato questo governo ai cittadini alcuna risposta alle tante promesse che pure avevano fatto i giallo-verdi con il cosiddetto “Contratto di Governo”. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: Roma sommersa dai rifiuti, la legge sui navigator che non produce risultati, il lavoro e lo sviluppo economico, nelle mani di Di Maio, che sono fermi al palo e non c’è né una
situazione risolta né una visione per il futuro, Salvini che parla di Flat Tax sapendo che non ci sono i soldi per farla, sulle pensioni poi la situazione è ancora più tragicomica: con quota 100 va spiegando agli italiani che si crea nuova occupazione, ma non spiega dove riesce a trovare i soldi per pagare le pensioni e contestualmente i nuovi che assumerebbe soprattutto lo Stato.

Siamo alle tragicomiche, al festival dell’incredibile, ognuno di questi due leader la spara sempre più grossa e incredibilmente il paese abbocca. Una spiegazione ovviamente c’è! Tanti anni di delusioni e di crisi economica e delle Istituzioni, hanno portato i cittadini all’esasperazione per cui si attaccano a qualsiasi promessa che gli faccia intravvedere un piccolo miglioramento della propria posizione individuale, che gli risolva il problema delle bollette e della spesa quotidiana per mangiare.

Ora se tale comportamento lo si può capire, soprattutto in quelle fasce di popolazione più debole o che non hanno nulla, di converso non si capisce l’omertà delle forze politiche eredi dei vecchi partiti della Prima Repubblica. Queste non hanno capito e continuano a non capire che il Paese ha bisogno di verità sui troppi privilegi di cui godono la classe politica e gli alti burocrati pubblici; di lealtà da parte dei politici verso i cittadini che sentono il bisogno di avere al loro fianco persone che li sostengano sinceramente in modo convinto e si immedesimino con il loro vissuto, con i loro problemi quotidiani; di onestà come valore fondante di tutta la società, come valore da vivere quotidianamente con orgoglio da parte di ogni cittadino; di una classe politica che cali la maschera dell’ipocrisia e dica chiaramente qual è la situazione reale in cui ci
troviamo, senza continuare a giocare drammaticamente con la montagna di debito pubblico che ci sta affogando, che non consente di fare investimenti in settori strategici dove molti nostri giovani di distinguono andando all’estero perché qui non c’è spazio per loro, per il loro talento e ce li facciamo rubare dagli altri paesi a costo zero per loro dopo che il nostro stato ha speso quasi mezzo milione di euro per far laureare un giovane. Tutto questo viene accuratamente evitato, i partiti continuano solo a delegittimarsi l’uno con l’altro, ad insultarsi anche tra componenti dello stesso partito (vedi l’eterno scontro tra Di Battista e Di Maio, oppure tra le varie anime del Partito Democratico), il tutto senza alcuna considerazione per i cittadini che invece vorrebbero risposte serie e adeguate alla situazione. Oggi abbiamo in definitiva dei partiti che non parlano più con la gente, alcuni perché vi hanno perso l’abitudine e la fatica nel farlo, altri perché essendo populisti, parlano agli istinti di una massa informe che non ha nessuna specifica connotazione, alla quale piacciono gli slogan, le parole d’ordine, i twitter, i selfie, ecc. ecc. In larga misura si tratta di masse ben disposte a ricevere battute a mò di cabaret, che si sono emancipate attraverso i talk show, i vari reality tipo “Il Grande Fratello” e così via. Tuttavia, la politica non deve dimenticare che sono italiani che meritano lo stesso rispetto di quelli più acculturati e raziocinanti, più attenti ad un’offerta politica più matura. Anzi, più degli altri hanno bisogno di essere seguiti, accompagnati e recuperati ad una capacità di analisi e di giudizio consapevole della realtà sociale.

Tuttavia, nessuna delle forze politiche in campo sente più il bisogno del confronto, della partecipazione e del coinvolgimento dei cittadini e delle parti sociali. Nessuna di esse si cimenta nell’elaborazione di un progetto sociale e politico di ampio respiro per il paese. Ma, senza una programmazione socioeconomica seria, senza un progetto di lungo termine nella strategia dei rapporti con l’Europa e gli altri paesi avanzati, senza una visione globale dei problemi non si va da nessuna parte.

Le campagne mediatiche che abbiamo visto sino ad oggi sui media, e soprattutto con le dirette su Facebook, sono solo delle trovate da osteria sulle quali tutto il mondo ci ride dietro. Occorre ritrovare una credibilità e un prestigio internazionale per riuscire a riconquistare un ruolo all’altezza della storia del nostro Paese. Tutto ciò non è ovviamente possibile con un Governo dove gli alleati sono praticamente divisi su tutto e ogni giorno non perdono l’occasione per farlo sapere agli italiani, ma il fatto ancora più grave è che, in una situazione così delicata, i Giallo-Verdi con il loro mantra populista e sovranista spingono l’Italia verso una destinazione ignota ma sicuramente pericolosa.

Avrei voluto parlare di più di Europa e non l’ho fatto, mi sia però consentita questa breve chiosa finale di Bettino Craxi del 1997: “Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, arriveremo al paradiso terrestre, l’Europa per noi, come ho già avuto modo di dire, nella migliore delle ipotesi sarà un limbo nella peggiore delle ipotesi l’Europa sarà un inferno. Quindi bisogna riflettere su ciò che si sta facendo perché la cosa più ragionevole di tutte era quello di richiedere e di pretendere, essendo noi un grande Paese – perché se l’Italia ha bisogno dell’Europa l’Europa ha bisogno dell’Italia – pretendere la rinegoziazione dei parametri di Maastricht“.